a letto con pigi
Cosa di più del preservativo?
di Pigi Mazzoli
(pubblicato in "Pride", maggio 2004)

I mesi scorsi abbiamo martellato ossessivamente nelle vostre menti che niente sperma in bocca e preservativo fin dall'inizio della penetrazione sarebbero regole sufficienti per evitare la diffusione dell'AIDS. E, dati alla mano, abbiamo anche cercato di capire perché e come. Perché ancora ci si infetta di HIV, e non solo di questo, con una differenza, una volta ci si infettava per ignoranza, ora per delirio di immortalità. Ma ricordiamoci che anche Achille aveva il suo tallone e non ci vuole nulla a sconvolgere i piani di una vita. Un vero peccato. Ed un insulto a chi combatte giornalmente col virus, col proprio o con quello della persona che ama. E abbiamo ricordato, ancora, ancora, ancora, che il preservativo protegge anche da tante altre malattie a trasmissione sessuale.

Ora possiamo continuare con due argomenti in cui ci dobbiamo spiegare bene: la PEP e la PREP.
Acronimi di profilassi post-esposizione e profilassi pre-esposizione. Iniziamo dalla prima.

La PEP è nota da tempo, anche se di solito riservata agli operatori sanitari. Si tratta di somministrare farmaco antiretrovirale (lo stesso che si usa per curare i sieropositivi) a chi si dovesse esporre incidentalmente al virus come ad esempio pungendosi con un ago infetto. Abbiamo visto che alcuni ospedali e alcuni medici ne allargano l'uso ai partner sieronegativi di sieropositivi (sono dette coppie sierodiscordanti) in caso di incidenti durante il rapporto (ad esempio rottura del preservativo con eiaculazione di sperma infetto nell'intestino.
Ma di questa oppurtunità se ne parla poco, ufficialmente oltre ai medici e infermieri viene proposta solo alle vittime di violenza sessuale. Un po' perché si teme che dandone eccessiva pubblicità accadrebbe che schiere di gay farebbero orge senza protezione tutto un fine settimana per poi accodarsi in ambulatorio chiedendo una cura.
Le cose non stanno così per più motivi.
Per essere efficace la PEP deve iniziare subito dopo il possibile contagio, se passano più di 24 ore la sua efficacia diventa quasi nulla. Per cui se fate sesso selvaggio sabato sera, il lunedì mattina è troppo tardi per iniziare coi farmaci.
Per essere efficace la PEP deve essere somministrata per un mese. Il virus entrato nell'organismo resta in circolo nel sangue ci mette un mese a morire e per tutto questo tempo devono essere farmaci ad impedire di infettare le cellule. Un mese di terapia costa come duemila preservativi ed è molto, ma molto più fastidiosa di un pezzo di gomma sull'uccello, potrebbe capitarvi di vomitare inopinatamente sulle ginocchia del vostro vicino in tram oppure di cagarvi addosso mentre state comprando dei fazzoletti. Scusate il linguaggio ma è quello che càpita quando si comincia una terapia antiretrovirale.
Per essere efficace si devono usare i farmaci più potenti e più nuovi. Il virus entrato potrebbe essere particolarmente resistente ai farmaci. I dati delle ricerche dicono che iniziando la terapia 24 ore dopo il contagio si infetta solo uno su quattro. Solo. Guardatevi intorno quando sarete, lì o là, un sabato sera, quanti siete, siete 200 persone? Pensate che il 25% di 200 significa 50 persone che si infettano nonostante la terapia post-eposizione. Lasciamola a chi ne ha la necessità, medici, vittime di stupro e coppie sierodiscordanti. Voi che potete, usate il preservativo e conservatevi sani, per decenni di sesso allegro e spensierato.

La prossima volta conosceremo qualche aspetto nuovo della PREP, la profilassi pre-esposizione, creata per evitare il contagio del nascituro al momento del parto e che comunque potrebbe avere altre implicazioni anche per i gay, parleremo di una esperienza in merito condotta negli USA.

è comunque allarmante, o solo triste, che stiamo qui a parlare di come con una paccata di milioni saremmo disposti a soffrire danni fisici inutili pur di non usare il preservativo.
Forse è fortunato chi si infetta solamente di epatite o di sifilide o di condilomi e ne trae la lezione che usare il preservativo un paio d'ore è in confronto molto meno fastidioso di qualunque cura, pur preventiva e limitata ad un solo (!) mese.

Una delle prossime volte parleremo ancora delle epatiti. Dopo il ritorno ad una grande diffusione di sifilide fra i gay italiani si sta osservando ora un uguale aumento dei casi di epatiti. Con la novità che alle solite B e C portate fino ad oggi dai rapporti sessuali, ora si è unita anche l'epatite A, quella da cibo. Cercheremo di capire insieme quali armi abbiamo per evitare tutto questo.

Chiudo rubando le parole ad una pubblicazione del C.I.G. Arcigay di Milano: l'uso corretto del preservativo è l'unico sistema per poter assaporare i piaceri del sesso in sicurezza e tranquillità.