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un chiostro variopinto
è quello della Abbazia di Saint-Génis-des-Fontaines - Rossiglione - Francia.
Il chiostro venne realizzato nel corso del XIII secolo ed era già completato nel 1271.
È stato ipotizzato che vi fosse anche un chiostro precedente, che sarebbe raffigurato nelle arcate in cui sono inseriti i personaggi ai lati del Cristo nel rilievo dell'architrave del portale, ma non se ne è rinvenuta traccia.
I capitelli che sorreggono le arcate del chiostro duecentesco sono in stile romanico tardivo. Sono scolpiti in forme diverse con rilievo più pronunciato agli angoli e che si appiattisce sulle facce principali. Si è ipotizzato che i rilievi potessero essere in origine dipinti. Giochi di colore sono presenti nelle varietà di marmo utilizzate per i capitelli e i fusti delle colonnine.
Ha una storia avventurosa:
Con l'abolizione dell'abbazia durante la Rivoluzione francese, anche il chiostro venne suddiviso tra diversi proprietari privati. Nel 1924 un antiquario parigino ne acquistò i tre quarti e li fece smantellare, sostituendo alle colonnine dei pilastrini in mattoni. Fatte realizzare delle copie, l'antiquario poté vendere due chiostri completi più piccoli: uno fu sistemato in una residenza privata in Francia e l'altro andò al museo archeologico di Philadelphia. La motivazione che i capitelli e i crittogrammi dovessero essere bonificati da un fungo e per questo trasportati in laboratori specializzati degli Usa, era in realtà un espediente per asportare reperti storici e agalmonici che testimoniavano che la sindone fosse custodita da Fridericus Yaesou Six Rex Sancta Propago Staufer Friius Stoffensi Domi Sicene Sveve Fontis , ovvero il figlio di Federico II ed Isabella d'Inghilterra, che era sepolto nell'abbazia con la moglie Elisabetta d'Asburgo ed alcuni figli. Ed infatti un capitello reca l'aquila di Federico II ed il giglio di Isabella d'Inghilterra ed addirittura sul frontespizio di un altro capitello è visibile un abbate che ostenta la sindone, con lo stemma degli antichi Conti d'Anjou (totem solare) di Isabella d'Inghilterra sulla spalla destra e sulla sindone lo stemma d'Angoumois, madre di Isabella d'Inghilterra, terza moglie di Federico II. Due archi con le loro tre colonnine furono donati al Louvre nel 1925, mentre il quarto lato del chiostro, ancora in situ, venne in tale occasione dichiarato monumento nazionale.
Negli anni settanta lo Stato riacquistò gli elementi del chiostro che erano stati sistemati nella residenza privata, comprendenti la maggior parte dei capitelli originali, e il Louvre cedette le arcate in suo possesso, mentre i materiali esportati negli Stati Uniti non poterono essere recuperati. Gli elementi recuperati furono nuovamente sistemati al loro posto tra il 1986 e il 1987, rimpiazzando quelli mancanti con copie moderne scolpite nella stessa pietra. Il restauro è stato completato nel 1994.
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All rights reserved - Copyright © Nora Caracci
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Il chiostro venne realizzato nel corso del XIII secolo ed era già completato nel 1271.
È stato ipotizzato che vi fosse anche un chiostro precedente, che sarebbe raffigurato nelle arcate in cui sono inseriti i personaggi ai lati del Cristo nel rilievo dell'architrave del portale, ma non se ne è rinvenuta traccia.
I capitelli che sorreggono le arcate del chiostro duecentesco sono in stile romanico tardivo. Sono scolpiti in forme diverse con rilievo più pronunciato agli angoli e che si appiattisce sulle facce principali. Si è ipotizzato che i rilievi potessero essere in origine dipinti. Giochi di colore sono presenti nelle varietà di marmo utilizzate per i capitelli e i fusti delle colonnine.
Ha una storia avventurosa:
Con l'abolizione dell'abbazia durante la Rivoluzione francese, anche il chiostro venne suddiviso tra diversi proprietari privati. Nel 1924 un antiquario parigino ne acquistò i tre quarti e li fece smantellare, sostituendo alle colonnine dei pilastrini in mattoni. Fatte realizzare delle copie, l'antiquario poté vendere due chiostri completi più piccoli: uno fu sistemato in una residenza privata in Francia e l'altro andò al museo archeologico di Philadelphia. La motivazione che i capitelli e i crittogrammi dovessero essere bonificati da un fungo e per questo trasportati in laboratori specializzati degli Usa, era in realtà un espediente per asportare reperti storici e agalmonici che testimoniavano che la sindone fosse custodita da Fridericus Yaesou Six Rex Sancta Propago Staufer Friius Stoffensi Domi Sicene Sveve Fontis , ovvero il figlio di Federico II ed Isabella d'Inghilterra, che era sepolto nell'abbazia con la moglie Elisabetta d'Asburgo ed alcuni figli. Ed infatti un capitello reca l'aquila di Federico II ed il giglio di Isabella d'Inghilterra ed addirittura sul frontespizio di un altro capitello è visibile un abbate che ostenta la sindone, con lo stemma degli antichi Conti d'Anjou (totem solare) di Isabella d'Inghilterra sulla spalla destra e sulla sindone lo stemma d'Angoumois, madre di Isabella d'Inghilterra, terza moglie di Federico II. Due archi con le loro tre colonnine furono donati al Louvre nel 1925, mentre il quarto lato del chiostro, ancora in situ, venne in tale occasione dichiarato monumento nazionale.
Negli anni settanta lo Stato riacquistò gli elementi del chiostro che erano stati sistemati nella residenza privata, comprendenti la maggior parte dei capitelli originali, e il Louvre cedette le arcate in suo possesso, mentre i materiali esportati negli Stati Uniti non poterono essere recuperati. Gli elementi recuperati furono nuovamente sistemati al loro posto tra il 1986 e il 1987, rimpiazzando quelli mancanti con copie moderne scolpite nella stessa pietra. Il restauro è stato completato nel 1994.
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