Un’intervista difficile.
di Pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero.it
(pubblicato in "Pride", dicembre 2005)

L’immagine più odiosa che un giornalista può dare è quando, ad esempio, intervista a caldo i parenti stretti della vittima di un omicidio, per raccogliere i segni evidenti della disperazione, pensando di fare un servizio-verità. Ma quei pianti amplificati sono per me un crudele sfruttamento del dolore altrui.
Ho spiegato questa mia visione del rispetto che si deve per i fatti privati, per introdurre questa intervista ad un omosessuale che ha appena scoperto di essere sieropositivo. Perché capiate il mio imbarazzo nel chiedere e perché apprezziate come generoso dono la sofferenza nel ricordare di chi ha dovuto rispondere.

F. (solo l’iniziale, e non sarà l’unica omissione nel racconto) abita in una grande città del nord. Ha superato la quarantina ma ha l’aspetto di un trentenne sportivo.

Questa è la prima volta che parli della tua sieropositività o l’hai già detto ad altri?
No, l’ho detto ad alcuni, pochi amici che so che mantengono il segreto.

Quando l’hai scoperto?
è stata una cosa graduale, ero tornato da poco dalle vacanze in un paese del nord quando mi sono ritrovato delle macchiettine sulle mani. Sono andato dal mio medico di base e lui mi ha detto di non preoccuparmi, che poteva essere un’allergia, ma che comunque, per tranquillizzarci, sarebbe stato meglio fare il test per la sifilide. Quando poi sono andato a ritirare il test, il medico del laboratorio mi ha fatto entrare nel suo studio e mi ha comunicato che era positivo. Mi ha consigliato di fare anche altri esami, per sicurezza, e ho accettato. Nel frattempo il mio medico mi ha prescritto le medicine per la sifilide e ho iniziato a curarmi. Io mi sentivo già frastornato perché non avevo mai avuto nessuna malattia sessuale.
Poi quando sono tornato per ritirare i risultati degli esami di nuovo mi han fatto entrare nello studio e ho capito che erano positivi. Da quel momento in poi sono andato avanti a lungo intontito senza sapere se stavo facendo bene a indagare o se era meglio dimenticare tutto.

Non ti sei domandato invece sùbito chi ti avesse infettato? E come mai ti sei infettato nonostante tutti ormai sappiano della necessità del sesso sicuro?
Chi mi ha infettato ne sono assolutamente certo, e ogni volta che ci penso ne sono sempre più convinto. Quest’estate ho avuto solo tre rapidi rapporti con persone diverse. Io faccio sempre sesso sicuro e non ci sono mai problemi. Non ho mai incontrato persone che si rifiutassero di usare il preservativo. Ma quel ragazzo ha avuto una reazione strana, ha sùbito dichiarato di essere sano, che lui usava il preservativo e che con lui non c’erano problemi. Ma su questo ha tanto insistito, e si è persino un po’ alterato, che a me è saltata la mosca al naso. Ha insistito troppo e senza motivo. Ho pensato che non fosse troppo lì con la testa e sono andato avanti. Il preservativo gliel’ho infilato io e ho avuto un rapporto passivo. Non ho pensato di controllare se alla fine lo avesse ancora su, magari l’ha tolto apposta.


Tu sai che in presenza di sifilide si può contagiare l’hiv anche coi rapporti orali pur senza necessità di sperma in bocca?
No, non lo sapevo.

Quindi pensavi di fare sesso sicuro ma la tua pratica era imperfetta. Dove hai imparato le regole del sesso sicuro?
Mah, da amici, da internet, da riviste, poi lo sanno tutti che nei rapporti anali si deve usare il preservativo e che non bisogna ingoiare lo sperma. Io credo che sia quel ragazzo che si è tolto il preservativo, erano troppo strani i suoi discorsi.

Mi spiace insistere su un argomento che per te deve essere doloroso, ma il fatto che tu ti sia infettato anche con la sifilide potrebbe significare che una ha permesso l’altra infezione. Hai mai sentito parlare dell’astensione dai rapporti orali non protetti nel caso di ferite in bocca, come afte, interventi dentistici o gengive sanguinanti? Fra questi casi c’è anche la sifilide.
Sì, sapevo qualcosa, ma pensi che se uno è ammalato o gli sanguina qualche parte quella sera non va a scopare. Non sapevo nulla della sifilide, l’ho imparato da poco a mie spese.
Comunque potrebbe essere andata proprio così, come dici tu, perché ho appena ritirato i risultati degli esami dell’hiv e mi han detto che l’infezione è recente.


Se non avessi notato le tracce dell’infezione da sifilide, quando saresti andato a fare il test dell’hiv?
Non so, l’avevo già fatto un po’ di volte. Quando ho fatto cose non completamente corrette mi sono tolto il dubbio. Io ho sempre avuto pochi rapporti sessuali, non ho mai pensato che lo dovessi fare periodicamente.

Hai detto di aver informato solo alcuni amici, perché hai avuto rapporti con loro?
No, per carità. No, solo gli amici fidati. Non penso di andarlo a dire in giro, la gente è stronza, poi ti addita nei locali. E magari sono sieropositivi pure loro e ti danno addosso per far vedere che loro sono sani. Non lo dirò neppure in casa, hanno i loro problemi da affrontare e non possono aggiungerne un altro. Neanche a lavoro, è una ditta privata, ci mettono un nulla a farti fare delle figuracce e a licenziarti. Per fortuna il mio capo mi ha sempre dato permessi quando avevo bisogno, per cui penso che potrò frequentare le cure senza problemi.
L’ho detto agli amici perché non sapevo a chi dirlo e non sapevo che cosa fare.

Domanda un po’ crudele: se tornassi indietro rifaresti esattamente tutto come prima?
No. Intanto sono stato scemo a non piantare lì quello che mi aveva fatto venire i dubbi. Ma sì, penso che si debba scopare qualche volta, poi non sono mai stato uno di quelli assatanati, non amo le dark. Se deve succedere succede. Dovevo controllare che non si togliesse il preservativo di nascosto, se è stato quello.

Non pensi che credere di essere stato infettato da una persona precisa, per di più malvagiamente di sua volontà, ti stia servendo per accettare meglio la disgrazia che ti è accaduta? L’umanità ha sempre cercato di identificare il male in qualcosa per poter sopportare il fato avverso. Magari è stato un altro che non sapeva nulla, incolpevole.
Sarà. Non è poi così importante. Adesso devo pensare se curarmi o no. All’ospedale mi han detto che le mie difese organiche sono altissime, che fra sei mesi mi rifanno gli esami e mi diranno se devo iniziare a curarmi o se devo aspettare.

Tu come ricercavi le persone con cui avevi rapporti sessuali? E ora come pensi che cambierà la tua vita di relazioni?
Io ho sempre trovato come capitava, sono di gusti difficili, quando aprono bocca difficilmente mi piacciono ancora, io non riesco neppure a scopare con uno che non sa parlare o dice scemenze. Per cui qualche volta vado nei locali, ma poi li conosco già tutti e non trovo nessuno che mi vada. Da un po’ uso le video chat in internet e almeno vedi che non sia un mostro, poi sono costretti a scrivere e vedi quello che hanno nel cervello. Ma adesso non ci penso proprio, non me ne potrebbe importare di meno. Non so, in futuro, magari. Non so come fare, se dirlo o non dirlo, dipenderà da chi trovi, c’è quello che accetta e quello che fa lo stronzo. Ma adesso non ci penso.

Bareback. Cosa pensi dei rapporti non protetti, di chi organizza la sua vita sessuale organizzando incontri in cui si vieta il preservativo?
Gli idioti sono ovunque. Spero almeno che dicano di essere sieropositivi e non mentano.

Ma tu ti sei infettato ugualmente.
Sono stato sfigato, mi sono infettato ma spero almeno di non infettare io mai nessuno. Certo che se dovessi avere altri rapporti in futuro, sì, quando avrò altre storie, userò comunque il preservativo, mi sembra logico.

Vorresti conoscere altri sieropositivi per uno scambio di idee, per un supporto psicologico, o per altri motivi?
Non avevo pensato a questo. No, non credo, non so. Non è che essere sieropositivi diventiamo tutti uguali. Poi a me, ti assicuro, non ha mai fatto paura conoscere o fare sesso con sieropositivi, non l’ho mai vista come una cosa tremenda per gli altri. Ognuno è quello che è e questa è una cosa a parte. Ti ho detto, ho cercato aiuto negli amici di cui mi fido, che so che possono capirmi e dirmi qualcosa. Uno di questi è anche lui sieropositivo. Per ora mi basta, poi più avanti vedrò come vanno le cose.

Quindi conoscevi già sieropositivi. Questo fatto credi ti faccia affrontare quest’esperienza in modo diverso? E avevi mai pensato in passato a questa infausta possibilità?
Non lo so. Ripeto, non mi ha mai fatto paura l’AIDS, almeno non come ad alcuni che fanno tragedie. Forse perché ho visto che si vive anche con le medicine. Ma non è per questo che ho smesso di fare attenzione. Ho sempre fatto sesso sicuro. Non pensavo assolutamente di infettarmi, comunque, non ci avevo pensato come ad una reale possibilità. Poi non so come affrontano gli altri questa cosa, non so se reagiscono come me, io non sto reagendo male, non sono disperato. Penso solo a tutti i problemi da affrontare da ora in poi.

Che consiglio ti senti di dare a chi ha rapporti sessuali e ancora non si è infettato?
Premetto una cosa, io sono sicuro che metà di quelli che sono in giro a scopare sono già infetti e fanno finta di niente pur sapendolo. Quest’estate osservavo in un locale, c’era uno che si è fatto fare una pompa da almeno dieci persone diverse. Senza preservativo. Dopo un po’ allontanava quello che glielo stava facendo e ne faceva continuare un altro. Io non lo so, non ha senso. Ma uno che fa così vuoi che non sia già infetto da un pezzo?
Non so cosa potrei dire a chi è ancora negativo. Forse di fare più attenzione, di farlo meno ma di fare cose più importanti, più coinvolgenti, almeno rischi per qualcosa che vale la pena.


Ma di informarsi meglio sulle modalità di trasmissione sessuale di malattie, sulla prevenzione e sugli esami, non senti il desiderio di consigliare altri?
Sì, certamente. Informarsi di più. Anche se quello che si sente a volte è diverso, di certe cose c’è chi dice che si possono fare e altri che invece dicono siano pericolose. A chi dare ascolto? Se si facesse solo quello che dicono alcuni allora sarebbe quasi più sensato smettere del tutto perché per loro tutto è pericoloso. Sì, hai ragione, si dovrebbero fare più esami.
Ecco, allora potrei dire, fate più esami e controllate che anche l’altro faccia sesso sicuro con voi.


Pensi che i medici che ti hanno comunicato il tuo stato sierologico lo abbiano fatto con sufficiente tatto? Hanno risposto esaurientemente alle tue domande?
Non so, mi sembra in modo normale, mi han detto le cose che sapevano man mano che erano pronti gli esami. Mi hanno spiegato cosa dovremo decidere in futuro. Ma un po’ ero pronto, credo che abbiano visto che non sono caduto dalle nuvole, che non ho fatto chiassate e si siano regolati di conseguenza in modo civile. Sì, mi sembra bene, per me bene. Poi io avevo confusione nella testa per la situazione in generale, non ho badato ai modi, ero più attento ai risultati degli esami.

Desideri, speranze, paure?
So che la mia vita ora è cambiata, comunque. Adesso non ci penso neppure, vedrò in seguito di affrontare i problemi, più avanti, quando si presenteranno. So che le cure adesso sono meno peggio di una volta, si può vivere. Ma adesso ancora non penso a queste cose, vedrò dagli esami, più avanti. Che ci devo fare? Mi è successo.


Qui finisce l’intervista che si è trasformata in una chiacchierata mesta.
Mi sono venuti in mente i momenti della mia sieroconversione, sono passati vent’anni, a quei tempi era tutto eccezionalmente tragico e disperato. Ora è diverso. Saranno i farmaci, si vive mediamente di più, e siamo in tanti di più. E siamo tra di voi.