Vaccini, preservativi, e farmaci.
di Pigi Mazzoli
(pubblicato in "Pride", febbraio 2004)


Cosa significhi avere un governo, ma soprattutto un parlamento, a destra, lo stiamo capendo un po' alla volta. Perché la caratterizzazione primaria, in campagna elettorale, è quella economica, votare per gli operai o per i padroni, che oggi si traduce ad esempio in permettere il lavoro interinale o aumentare lo stato sociale. Questo è ovvio. Meno ovvio, o forse si spera sempre che certe conquiste siano definitive, ciò che una sterzata a destra avrebbe comportato: addio alle coppie gay, addio alla procreazione assistita con minaccia di abolizione del diritto all'aborto, addio alla sanità uguale su tutto il territorio. La sanità al Sud si sta vendendo anche gli ospedali per colmare le carenze di fondi, ma aggiungendo anche affitti da pagare, il buco diventerà voragine. Una visione usa e getta.
Con sé la destra porta la cattiva pubblicità, quel modo di comunicare che rende appetitoso anche il prodotto più scadente.
AIDS. Si parla poco di preservativi come primaria arma per combattere l'hiv, di medicine assenti nel terzo mondo? Alzano una cortina fumogena annunciando "l'Italia ha creato un vaccino per l'AIDS", parola di Ministro. Grande soddisfazione, alcuni lettori mi scrivono per saperne di più. Calma, calma, lo studio italiano è solo uno dei 53 o 58, non ricordo, in corso in tutto il mondo, di cui nessuno per ora ha avuto successo. Un vaccino americano è già in sperimentazione su gruppi a rischio, quello italiano è ancora in vitro. Questo accadeva un anno fa.
Qualche giorno fa ero alla posta, in fila, e occhieggiava su un bancone un pacco di pieghevoli con in bella mostra il fiocchetto rosso di solidarietà ai malati di AIDS. Lo prendo, è dell'Anlaids e si intitola "PRoGeTTo: VaCCiNo CoNTRo l'AIDS". Lascio le maiuscole e minuscole dello stampato originale perché non ne capisco il senso e potrebbero portare qualche messaggio importante. Bollettino di versamento a lato. Parla che l'Anlaids ha creato case alloggio per malati di AIDS, ha aiutato la ricerca con apparecchiature e borse di studio, ha parzialmente finanziato la ricerca del vaccino italiano. Ma a metà pagina è evidenziato, grassetto e italico, che "L'unica soluzione definitiva sarà il Vaccino preventivo e quello terapeutico. Possiamo impedire altri contagi, possiamo sconfiggere l'AIDS.", allora leggo più avanti, leggo tutto, del preservativo neppure l'ombra. Va bene la ricerca, va bene non turbare il pubblico delle Posteitaliane che dovrebbe sborsare i soldi, e che probabilmente saranno vecchiette soccorrevoli ma un poco bigotte, ma sembra che si debba aspettare il vaccino e che "l'unica soluzione" faccia sparire tutto il resto.
Allora mi ritorna alla mente il numero di settembre-ottobre 2003 di Essepiù, il periodico dell'ASA di Milano. Dove, prima cosa che appare, è un rettangolone nero con scritte in bianco: "VIREMIA ZERO? PRESERVATIVO OBBLIGATORIO SEMPRE" dove di fianco si spiega che pur abbassandosi la viremia (la quantità rilevata di virus nel sangue) a seguito delle cure, si continua ad essere infettivi, e che leggende metropolitane su possibili guarigioni fanno aumentare i casi di trasmissione facendo diminuire l'uso del preservativo. E si ricorda che a non usare il preservativo si rischia di trasmettere anche sifilide, epatiti, gonorrea...
Questo nella prima mezza pagina. Nella seconda mezza pagina il gruppo di medici del San Raffaele di Milano, che è fra quelli coinvolti nella sperimentazione del vaccino italiano, parla "Prima che arrivino i media..." del vaccino in tutti i suoi aspetti. Cioè che si tratta di sperimentazione in fase I (prima), provare su più gruppi di persone se questa molecola può essere tossica. Non se funziona sull'uomo, quello si vedrà più avanti. L'articolo spiega che questa molecola è sintetizzata, non viene estratta dal sangue, per cui a livello di infettività non ci sono rischi. Spiega come si svolge la ricerca, che persone possono partecipare, cos'è un vaccino. Termina parlando della ricerca dicendo "i risultati sino ad ora ottenuti non concedono facili entusiasmi e illusioni. Impongono semmai fiducia, pazienza e realismo ... senza dimenticare che nel realismo è compresa la possibilità di un risultato positivo".
Altra notizia poco diffusa è la mancanza di farmaci nel terzo mondo. Per chi è povero, ma povero per davvero, anche i preservativi costano troppo, figurarsi i farmaci. I modi principali per infettarsi sono i rapporti sessuali senza preservativo e il parto da madre sieropositiva. Per i primi basta il preservativo, per il parto BASTA UNA MONOSOMMINISTRAZIONE ALLA MADRE, PRIMA DEL PARTO, DI FARMACO che abbassa momentaneamente la viremia e quindi la possibilità di trasmettere l'hiv al nascituro. Ma per chi è povero anche una sola dose di farmaco è un costo non affrontabile.
Una buona notizia, un paio di case farmaceutiche hanno rinunciato ai diritti su alcuni farmaci, fra questi il Nevirapine della Boehringer, che è proprio quello per evitare l'infezione al momento del parto. La rumorosa battaglia per il diritto alla vita anche per chi non può permettersi di pagare con i farmaci non solo la loro produzione ma anche i costi della ricerca inizia a dare i suoi frutti.
Ma mentre si aspetta il vaccino, per i rapporti sessuali resta il preservativo. In effetti stanno creando una crema antivirale su modello di quelle spermicide, da usare da parte della donna prima del rapporto e per abbassare il rischio di trasmissione, tutto perché molti uomini non vogliono usare il preservativo. Ancora una volta vittime della prepotenza maschile devono anche vedere la ricerca di qualcosa che riduca il loro rischio, dando invece per scontato che la scelta sulla loro salute stia all'uomo.
Senza dimenticare che anche i preservativi costano. Anni fa un governo dell'Africa ne acquistò per il suo esercito (che si ammalasse la popolazione poco male in confronto alla decimazione dell'esercito) e, caso buffo, li acquistò dal migliore offerente, che casualmente era un paese asiatico. Ma scoprirono che erano troppo piccoli per essere usati e contestarono la fornitura. Si sa che gli africani l'hanno più grosso degli asiatici. Invece noi visi pallidi abbiamo una grande varietà di dimensioni e cercando fra marchi diversi possiamo trovare quello giusto (poi per noi costano pochissimo). Un preservativo piccolo è scomodo da infilare ma non perde in sicurezza. Uno troppo grande invece non resta nella posizione corretta e si rompe facilmente. Meditiamo e scegliamo con parsimonia.

Per contattare i gruppi di cui si parla nell'articolo.
ASA di Milano: telefono 02 58 10 70 84; e-mail essepiu@asamilano.org
Equipe che sperimenta il vaccino al San Raffaele di Milano: e-mail malattie.infettive@hsr.it
ANLAIDS di Roma: telefono 06 48 20 999; e-mail anlaids@anlaids.it

Una piccola nota.
Nel bollettino dell'ASA sono pubblicati annunci personali, etero e gay mescolati, di e per sieropositivi, soprattutto dell'area lombarda. All'estero è consuetudine iniziare una relazione seria con un annuncio sincero su un giornale, da noi un'eccezione.