a letto con pigi
Mettete dei fiori nei vostri preservativi
(oppure: mettete dei preservativi nei vostri cannoni).
di Pigi Mazzoli
(pubblicato in "Pride", febbraio 2004)

Alla campagna di prevenzione dell'Arcigay spuntano fiori e idee.

Sono passato al C.I.G. (cioé all'Arcigay) di Milano in via Bezzecca per chiedere informazioni su saune e ritrovi per un amico in visita da noi. Appiccicato al vetro, visibile da strada, un bellissimo manifesto con un mazzo di fiori che beve da un preservativo. A prima vista sembrava un vaso dalle linee un po' hi-tech. Invece proprio un preservativo srotolato. Sotto la scritta AIDS trasformata in acronimo di Avete Idea Della Sicurezza. Chissà quanto avrebbe pagato il Ministero della Sanità per un'idea tanto migliore della loro. Forse nulla, forse sono proprio convinti che parlare di Sofferenza e non di Sicurezza sia meglio.
Ho preso alcune copie del pighevole che il C.I.G. ha preparato. Poco da leggere, solo l'essenziale. Ed in più un originale tabella dove sono elencate in ordine di pericolosità le pratiche principali in fatto di sesso.
Non essendo un libro di fiabe, né di fantascienza, non si fa neppure un accenno a vaccini. Ma in grassetto campeggia invece "L'uso corretto del preservativo è l'unico sistema per poter assaporare i piaceri del sesso in sicurezza e tranquillità".
Un poco di umanità, finalmente. Non tutti ci pensano ma il preservativo rende il sesso sicuro e quindi dona tranquillità durante l'atto.

Una volta scrissi, da qualche parte, che cosa fare dei preservativi scaduti. Scrissi di darli ai bambini che li usassero come palloncini per decoro alle feste. Perché si abituassero a vederli e non li vedessero, il giorno che dovranno usarli, come una cosa aliena all'amore, come succede invece a noi, che li abbiamo visti arrivare all'improvviso nella nostra vita per via dell'AIDS e che quindi proprio quello ci ricordano ogni volta che li tiriamo fuori.
Franco, il mio fidanzato, è nato nel 1977. Lui dice che i preservativi li ha sempre visti, dalla sua prima volta, che non gli ricordano l'AIDS, che gli ricordano piuttosto l'amore. Il suo primo incontro con l'AIDS è avvenuto quando aveva nove anni, attraverso la campagna televisiva in cui, con una musichetta picchiettante, appariva la persona circondata da un alone violetto, ma i preservativi li ha visti qualche anno dopo nelle riviste pornografiche che giravano fra compagni di scuola. Sempre dai compagni, col passa parola, le prime informazioni sul loro uso. All'inizio un poco incredulo, gli sembrava tanto artificioso, credeva fosse una leggenda. Scoprire a dodici anni di essere gay (pur credendo, come tutti, di essere l'unico) e che nel sesso doveva obbligatoriamente esserci un accessorio artificiale, come il preservativo, in mezzo, non l'ha traumatizzato.
Forse perché subito dopo ha conosciuto i Queen. Visti alla televisione, se ne è innamorato e ha comprato il primo LP. Poco dopo ha scoperto che Freddie Mercury era gay e aveva l'AIDS, il giorno dopo gli arriva la notizia della sua morte. Questo lo ha traumatizzato molto più della scoperta dei preservativi: essere gay significava essere appestati, a rischio, additati a pubblica vergogna. Con la morte di Freddie l'AIDS è entrato nelle coscienze dei giovani molto di più di qualsiasi campagna pubblicitaria, adesso non era più una cosa che succedeva solo agli altri.

Una filastrocca per bambini, la tabella delle cose pericolose, giù giù fino a quelle lecite, ecco cosa dovrebbe essere, e un poco già lo sembra., nello stampato del C.I.G., perché con la semplicità si stampi in testa ed esca automaticamente nel momento del bisogno. Dire, fare baciare, lettera testamento. Non me lo tolgo più dalla testa. "Sesso anale senza preservativo, sesso orale con eiaculazione in bocca, contatto oro-genitale, contatto manuale-anale, sesso orale senza eiaculazione, condivisione di oggetti sessuali..." potrebbe essere una filastrocca.

Avete idea della sicurezza? Quelli del C.I.G. hanno avuto una bella idea a stampare una cosa divertente, fatta di fiori che sono il simbolo dell'amore, grazie.