Correva l'anno 2005. Io ero al mio trentesimo anno di insegnamento di pianoforte al Conservatorio. Era febbraio.Un mio allievo del quinto anno si ritirò prima di dare l'esame di compimento inferiore,con mio grande dispiacere. La allora direttrice mi inserì in classe al suo posto una graziosa bambina di dieci anni con i capelli castano scuro e due occhioni color nocciola. Ma io, come spesso mi capita con gli allievi nuovi, non ero molto felice di dover rincominciare con una nuova allieva. Fatto sta che questa bambina sapeva già fare le scale per moto contrario! Non so perchè io a quei tempi facevo lezione in aula magna e ricordo vagamente quel giorno. La bambina, che si chiama Giulia, era veramente molto brava, al punto che le dovetti assegnare direttamente il programma del 2° corso ed a maggio superò l'esame di conferma e fu ammessa al 3°. Nel 2008, in terza media, diede l'esame del 5° ma prima di questo, io decisi di assegnarle come pezzo romantico, due Romanze senza parole di Felix Mendelssohn Bartholdy: la n.5 op.19 e la n.6 op.19 (Barcarola Veneziana). Ho sempre amato molto Mendelssohn e l'ho sempre fatto studiare ai miei allievi,ma allora non avevo una particolare predilezione per lui. Lo amavo come amavo Chopin, Schumann, Brahms...mi dispiaceva piuttosto il fatto che fosse così poco presente nei nostri programmi di pianoforte, cosa molto ingiusta ed incomprensibile a mio avviso.
Avevo già ricevuto molte delusioni da allievi precedenti (chi mi aveva messo l'avvocato contro, chi se n'era andato al decimo anno, cambiando insegnante, chi mi aveva fatto altri dispetti). Si sa che quando un allievo non riesce a combinare nulla di buono quasi sempre cerca di scaricare le proprie responsabilità sugli altri piuttosto che ammettere i propri errori. Poi arrivò il 2009.....era l'anno del duecentenario di Mendelssohn, nato il 3 febbraio del 1809. Io in quel periodo stravedevo per Schumann, ma ebbi l'accortezza di far studiare brani di Felix a quasi tutti gli alunni.
Il 30 dicembre del 2008, superando incredibilmente la mia fobia dell'aereo, avevo preso Michele, mio figlio, e me ne ero andata a Colonia perchè qualche tempo prima mi era apparsa in sogno una cattedrale gigantesca gotica, che poi avevo scoperto restando a bocca aperta dallo stupore, essere appunto la cattedrale di Colonia,che non avevo mai visto in vita mia nemmeno in foto. Cominciavano già strane coincidenze con i numeri. Un mio alunno mi aveva messo in testa il n.23, dicendomi che esisteva anche un film con questo titolo, e da quel momento questo numero cominciò a perseguitarmi, lo vedevo dappertutto. E poi il n.4 che corrisponde alla somma della mia data di nascita. Era stato proprio lui a spiegarmi come si faceva per conoscere il proprio numero e in seguito mi interessai sempre maggiormente alla cabala ebraica. Devo fare un'altra piccola premessa: avevo 14 anni appena compiuti quando mi regalarono "La magia del pianoforte" una raccolta di dischi a 33 giri di Selezione dal Reader's Digest e mi innamorai perdutamente del ritratto di Mendelssohn, e di conseguenza mi innamorai di lui. Nessuno me ne aveva mai parlato,ma era troppo bello per me! Quando però scoprii che era sposato ed aveva cinque figli, provai una grande delusione. Mi piacque molto anche il ritratto di Schumann. Un giorno del 2008, mentre spolveravo la libreria di casa, mi ritornò fra le mani una vecchia biografia di Schumann e la volli rileggere dopo tanti anni. Fu quasi subito amore. Comprai diversi libri su Schumann, fra i quali "Struggimento",una storia un pò romanzata su di lui, e da quel libro appresi che Mendelssohn (suo grande amico) aveva avuto tre anni prima della morte una relazione con un grandissimo soprano: Jenny Lind, l"Usignolo Svedese". Anche se non si sa fino a che punto sia attendibile questo fatto, pare quasi certo che entrambi fossero molto innamorati,ma che la loro storia non potè avere un epilogo felice in quanto Felix era già sposato e padre di cinque figli. Da quel momento, senza rendermene conto, Felix stava lentamente rientrando nel mio cuore....e fu proprio Giulia a farmi tornare a lui: -E' troppo bello!- diceva -molto più bello di Schumann!- Al 6° corso (nel 2009, per l'appunto) volle studiare la Sonata in Sol minore op.105 di Felix e la suonò più volte. Poi il 13 maggio del 2009 io e quel mio alunno (quello dei numeri) suonammo a quattro mani le Variazioni op.83a inun ciclo di concerti di musica da camera dedicati a Felix. Fu un gran successo. Quella volta Giulia ci girò le pagine. Appena finita la rassegna io chiesi alla mia collega che era la referente di quell'iniziativa, di darmi un manifesto dove era raffigurata l'immagine di Felix che mi piaceva troppo e così me lo portai a casa e lo appesi nel muro sopra il mio pianoforte. E' di quello stesso periodo un altro sogno premonitore che mi lasciò quasi esterreffatta. Sognai di essere con mio padre e mio fratello in una città della Germania dove c'era il porto ed ad un tratto ci appariva davanti una grande chiesa rossa. Quando mi svegliai pensai che doveva trattarsi di Amburgo (il porto!). Arrivò l'estate. Io volevo viaggiare, volevo andare a Zwickau, la città di Schumann, ma in nessun viaggio in Germania era prevista una visita a questa cittadina priva di attrazioni almeno per chi non è musicista come me. Trovai però un bellissimo viaggio organizzato con partenza da Cagliari (in nave!) che prevedeva molte tappe: Monaco, i castelli della Baviera, Norimberga, Dresda, Berlino, Potsdam, Amburgo, Hannover, Colonia, Bonn, crociera sul Reno, Foresta Nera e infine la Svizzera con Lucerna e Lugano! Prenotai subito e ai primi di agosto partimmo con Michele. Ero raggiante!!