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Pavia - Piazza Duomo
Oil on wood
Olio su tavola
da papà Raoul Caracci (by my father)
1967
La statua del Regisole (a sinistra nel dipinto) è forse il più enigmatico tra i misteri che la millenaria storia di Pavia porta con sé.
E nessuno, benché la sua immagine sia uno dei più genuini simboli della pavesità, lo ha ancora risolto:
Chi rappresenta il Regisole? Molto è stato scritto e molte argomentazioni sono state prodotte sulla statua equestre di piazza del Duomo. Un imperatore? Marco Aurelio? Settimio Severo? Odoacre? Teodorico? Innanzitutto occorre precisare che l'attuale Regisole non è l'antica originaria statua, ma una copia moderna.
Fu infatti collocato dov'è ora nel 1937, ed è opera dello scultore Francesco Messina (lo stesso autore della Minerva) e presenta alcune varianti rispetto all'immagine tramandataci dagli storici pavesi: il cavaliere è privo di barba, il movimento del cavallo è reso in maniera decisamente più briosa rispetto al più statico antico monumento, e manca l'originale e pittoresco sostegno alla zampa anteriore sinistra del cavallo: un cagnolino.
Nel complesso, il Regisole, come possiamo ammirarlo oggi, è opera di alta scultura: il gioco dei muscoli del cavallo, tra il trotto ed il galoppo, l'anatomia perfetta di cavallo e cavaliere, le pieghe del mantello e tutto l'insieme riflettono l'alta plasticità e maestria della fusione.
Il vecchio Regisole, dal canto suo, godette tuttavia dell'ammirazione di visitatori del calibro di Leonardo da Vinci, che, durante una delle sue visite alla fabbrica del Duomo, così si espresse nei suoi appunti: «Di quel (ossia del cavallo) di Pavia, si lauda più il movimento che niuna altra cosa». Anche il Petrarca aveva riportato la medesima impressione di Leonardo: nella lettera all'amico Boccaccio scrive che il «Regisole è cosa ammirevole per lo slancio del cavallo come all'assalto della cima di un colle».
È importante inoltre notare come l'antico Regisole fosse come l'attuale in bronzo, ma sfoggiasse, a differenza di questo, una preziosa doratura, che veniva periodicamente ripulita e restaurata, segno questo della cura che i pavesi ebbero sempre per la statua equestre.
Una datazione certa dell'antico Regisole è impossibile, ma può essere verisimilmente collocata nell'ambito del tardo Impero Romano. Sul personaggio che rappresenta, si possono azzardare alcune ipotesi: la più attendibile propenderebbe per una relazione tra il "sole" della parola "Regisole" e la parola greca "helios", cui rimandano i nomi degli imperatori romani Marco Aurelio (Aurelios) ed Aureliano, dei quali sarebbe la corruzione medievale.
Se da una parte l'iconografia tramandataci suggerisce l'identificazione del Regisole con Marco Aurelio, dall'altra è plausibile che la statua rappresentasse Aureliano, legato a doppio filo alla storia di Pavia per aver sconfitto, alle porte della città, gli Alemanni, dunque verosimilmente più vicino alle simpatie della popolazione locale. Anche la mano alzata nel tipico saluto romano propenderebbe per la tesi che vorrebbe il Regisole come la raffigurazione di un imperatore.
Un'altra tesi piuttosto accreditata spiegherebbe il nome del monumento come corruzione della locuzione latina "regis solium" (ovvero "sede del re"), essendo relativamente certo che la statua, sin dal IX secolo, fosse stata collocata all'interno di una nicchia ricavata sulla parte sommitale del Palazzo Reale costruito a Pavia per volere di Teodorico, per poi essere spostata nella piazza antistante la cattedrale solo nel 1024, a seguito della distruzione del palazzo stesso.
Traversie, ad ogni modo, l'antico Regisole ne subì parecchie. Qualcosa di preciso sulla sua storia si conosce solo dopo il 1300. Espugnata Pavia da Matteo Visconti (1315), la statua venne abbattuta, portata a Milano e la testa venduta per un fiorino. Recuperati i pezzi e rimesso al suo posto, il Regisole venne nuovamente abbattuto in occasione del sacco di Pavia del 1527, e asportato da un soldato ravennate.
Riscattato a Cremona, venne riportato a Pavia e ricollocato al suo posto, finché per esso non suonò davvero l'ultima ora: sull'onda della Rivoluzione Francese, tre pavesi, tre teste calde, incitati dal Generale Augerau, gettarono una corda al cavallo del cavaliere, che venne trascinato al suolo. Rovinato a terra, si smembrò, ed i pezzi furono in parte fusi, in parte venduti, alcuni anni dopo, come antiquariato, al fine di finanziare la sistemazione dell'area alberata di piazza Castello.
Una fine veramente ingloriosa per un antichissimo monumento che fu testimone di tanti eventi pavesi.
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All rights reserved - Copyright © Nora Caracci
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1967
La statua del Regisole (a sinistra nel dipinto) è forse il più enigmatico tra i misteri che la millenaria storia di Pavia porta con sé.
E nessuno, benché la sua immagine sia uno dei più genuini simboli della pavesità, lo ha ancora risolto:
Chi rappresenta il Regisole? Molto è stato scritto e molte argomentazioni sono state prodotte sulla statua equestre di piazza del Duomo. Un imperatore? Marco Aurelio? Settimio Severo? Odoacre? Teodorico? Innanzitutto occorre precisare che l'attuale Regisole non è l'antica originaria statua, ma una copia moderna.
Fu infatti collocato dov'è ora nel 1937, ed è opera dello scultore Francesco Messina (lo stesso autore della Minerva) e presenta alcune varianti rispetto all'immagine tramandataci dagli storici pavesi: il cavaliere è privo di barba, il movimento del cavallo è reso in maniera decisamente più briosa rispetto al più statico antico monumento, e manca l'originale e pittoresco sostegno alla zampa anteriore sinistra del cavallo: un cagnolino.
Nel complesso, il Regisole, come possiamo ammirarlo oggi, è opera di alta scultura: il gioco dei muscoli del cavallo, tra il trotto ed il galoppo, l'anatomia perfetta di cavallo e cavaliere, le pieghe del mantello e tutto l'insieme riflettono l'alta plasticità e maestria della fusione.
Il vecchio Regisole, dal canto suo, godette tuttavia dell'ammirazione di visitatori del calibro di Leonardo da Vinci, che, durante una delle sue visite alla fabbrica del Duomo, così si espresse nei suoi appunti: «Di quel (ossia del cavallo) di Pavia, si lauda più il movimento che niuna altra cosa». Anche il Petrarca aveva riportato la medesima impressione di Leonardo: nella lettera all'amico Boccaccio scrive che il «Regisole è cosa ammirevole per lo slancio del cavallo come all'assalto della cima di un colle».
È importante inoltre notare come l'antico Regisole fosse come l'attuale in bronzo, ma sfoggiasse, a differenza di questo, una preziosa doratura, che veniva periodicamente ripulita e restaurata, segno questo della cura che i pavesi ebbero sempre per la statua equestre.
Una datazione certa dell'antico Regisole è impossibile, ma può essere verisimilmente collocata nell'ambito del tardo Impero Romano. Sul personaggio che rappresenta, si possono azzardare alcune ipotesi: la più attendibile propenderebbe per una relazione tra il "sole" della parola "Regisole" e la parola greca "helios", cui rimandano i nomi degli imperatori romani Marco Aurelio (Aurelios) ed Aureliano, dei quali sarebbe la corruzione medievale.
Se da una parte l'iconografia tramandataci suggerisce l'identificazione del Regisole con Marco Aurelio, dall'altra è plausibile che la statua rappresentasse Aureliano, legato a doppio filo alla storia di Pavia per aver sconfitto, alle porte della città, gli Alemanni, dunque verosimilmente più vicino alle simpatie della popolazione locale. Anche la mano alzata nel tipico saluto romano propenderebbe per la tesi che vorrebbe il Regisole come la raffigurazione di un imperatore.
Un'altra tesi piuttosto accreditata spiegherebbe il nome del monumento come corruzione della locuzione latina "regis solium" (ovvero "sede del re"), essendo relativamente certo che la statua, sin dal IX secolo, fosse stata collocata all'interno di una nicchia ricavata sulla parte sommitale del Palazzo Reale costruito a Pavia per volere di Teodorico, per poi essere spostata nella piazza antistante la cattedrale solo nel 1024, a seguito della distruzione del palazzo stesso.
Traversie, ad ogni modo, l'antico Regisole ne subì parecchie. Qualcosa di preciso sulla sua storia si conosce solo dopo il 1300. Espugnata Pavia da Matteo Visconti (1315), la statua venne abbattuta, portata a Milano e la testa venduta per un fiorino. Recuperati i pezzi e rimesso al suo posto, il Regisole venne nuovamente abbattuto in occasione del sacco di Pavia del 1527, e asportato da un soldato ravennate.
Riscattato a Cremona, venne riportato a Pavia e ricollocato al suo posto, finché per esso non suonò davvero l'ultima ora: sull'onda della Rivoluzione Francese, tre pavesi, tre teste calde, incitati dal Generale Augerau, gettarono una corda al cavallo del cavaliere, che venne trascinato al suolo. Rovinato a terra, si smembrò, ed i pezzi furono in parte fusi, in parte venduti, alcuni anni dopo, come antiquariato, al fine di finanziare la sistemazione dell'area alberata di piazza Castello.
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Et intéressant cet historique de cet énigmatique Régisole toujours à l'honneur à Pavie !
********************************
Merci pour les explications!
Bises!
Admired in:
www.ipernity.com/group/tolerance
Danke sehr für Deine ausführlichen Informationen hierzu.
Freundliche Grüße und einen schönen Abend
Erich
belle semaine Nora ! bises♫
Historical & Architectural Gems
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