Lui non ha i coglioni di dire che è sieropositivo
di Pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero.it
(pubblicato in "Pride", giugno 2008)

Ho trovato questi due manifesti scozzesi in internet. Riguardano un argomento qui ancora poco dibattuto, soprattutto nelle campagne di prevenzione, ma presente nei blog italiani per sieropositivi. "Devo dire di essere sieropositivo quando faccio sesso con qualcuno?" è la domanda che rivela che al di là delle campagne di solidarietà, il comunicare il proprio stato sierologico è ancora uno scoglio per chi è positivo, ed un macigno per chi è negativo. Nei blog a questa domanda vengono date solitamente due risposte, una sull'aspetto legale e una sulla vita di relazione.
Non esistono leggi specifiche, per cui i pochi casi di cause legali riguardano persone sieropositive che hanno infettato qualcuno, essendo a conoscenza del proprio stato ma che hanno intenzionalmente taciuto di dirlo e che non hanno quindi usato le precauzioni necessarie del sesso sicuro.
Per l'altro aspetto, le risposte sono le più disparate. Vanno da chi si pente di aver fatto il test perché avrebbe preferito non saperlo per non avere ora il problema di dirlo, a chi, come me, consiglia la più ampia pubblicità, per "selezionare" alla fonte le persone che non sono pronte ad affrontare il problema (che si terranno alla larga) da quelle per cui non solo la sieropositività dell'altro non rappresenta un problema, ma che provano una affettuosa e soccorrevole simpatia per chi si è ritrovato positivo e ha il fegato di dirlo. Forse avranno avuto altri amici, o amanti, o un fidanzato sieropositivi, o forse sono solamente persone più mature, più sicure delle proprie azioni. Comunque il rapporto, che sia di un'ora o per tutta la vita, sarà libero dall'ansia e dal rimorso di una verità nascosta.

Ma ecco i manifesti, che esemplificano delle usuali scene di sesso rappresentandole con i famosi bambolotti gay. Il primo vede un approccio nelle docce. La scritta dice: "Lui non ha i coglioni di dire che è sieropositivo. Comunicare di essere sieropositivo è sempre difficile, soprattutto con una nuova conquista o con l'avventura di una notte, e non sai come potrebbe reagire. Ma se provi a dirlo potresti scoprire che la tua onestà e la fiducia nel prossimo possono fruttarti un fidanzamento, e ancor di più del buon sesso."
Al di là della battuta divertente, apprezzo il messaggio che mette su un piatto l'onestà e sull'altro la ricompensa che quest'onestà e il coraggio necessari potranno portare. Certamente più di una volta, o la maggioranza delle volte, l'altro potrà scappare a gambe levate. Ma se resta vuol dire che è pronto ad un rapporto più intenso, sia che si stia cercando un amore, sia che si tratti di un incontro di una notte.

Il secondo manifesto mostra una scena di sesso orale all'aperto, i due celati da un cespuglio, un ignaro signore sullo sfondo che porta a spasso il cane. "Loro vorrebbero parlarsi dello stato HIV, ma Ken ha la bocca piena. Non potete capire se una persona è sieropositiva semplicemente guardandola, soprattutto se siete eccitati. Parlandone potreste scegliere consapevolmente che tipo di sesso fare. Quando non se ne parla, usare sempre preservativo e lubrificante è la scelta più sicura."
I messaggi sono due. Per i sieronegativi: se credete di riconoscere i sieropositivi con un'occhiata vi sbagliate, soprattutto se in quel momento avete una gran voglia. Ed uno invece per i positivi: per gli incontri rapidi, usate sempre il preservativo e il lubrificante. Perché se avete fatto sesso sicuro con qualcuno e questo scoprisse solo dopo il vostro stato, non potrebbe accusarvi di nulla, se non di essere stati poco coraggiosi e di non aver avuto fiducia nella sua intelligenza. E probabilmente è vero.

Potrebbe anche accadere che voi crediate che nessuno sappia che voi siete sieropositivi, ed invece lo sanno già tutti grazie ad un passaparola tanto rapido quanto efficace (non siamo poi così in tanti al mondo). Ci fate la figura dei bugiardi e vi sarete persi la possibilità di apparire onesti e coraggiosi con poco sforzo. Successe a due amici miei, dopo pochi giorni che stavano insieme uno prese il coraggio e confessò, l'altro rispose di saperlo già fin da prima, perché appena arrivato nel gruppo qualcuno glielo indicò dicendo "Quello è sieropositivo". Non per cattiveria, ma per protezione, per avvisare il nuovo venuto di non toccare argomenti sensibili che avrebbero potuto rattristare l'altro. Ma non disse nulla, fino alla confessione, perché voleva saperlo da lui. Quando è amore, è amore.