Il preservativo femminile:
una piacevole recensione.
di Pigi Mazzoli
(pubblicato in "Pride", luglio 2004)

Per fortuna che esistono i preservativi. Da un po’ di tempo poi esistono anche quelli femminili. No, Pride non è diventata una rivista etero per donne, continuate a leggere, vi prego.
Prima di tutto devo ringraziare il mio amico moscovita Vadim, che da uno dei suoi giri per il mondo, un giorno è arrivato da me con una bustina con scritto “Reality – female condom”. Io, che tengo molto alla mia mascolinità, ho pensato ad uno scherzo un po’ goliardico. Invece lui mi ha spiegato estasiato di quanto fosse comodo e divertente, A dire il vero la bustina è rimasta nel cassetto per quasi un anno, come un cimelio divertente. Poi, a corto di argomenti per le mie paginette qui, ho pensato di usarlo e di farne la recensione. Questo lungo preambolo è per dire che sì, capisco benissimo, usare un condom da donna cozza con quelli che sono i nostri ruoli all’interno della coppia, già messi duramente alla prova per mille motivi. Quando avevo vent’anni rifiutavo di fare sesso con chi dichiarava di considerarmi una donna mancata (come suo alibi al desiderio omosessuale non accettato), per quanto fosse lui attraente. Io sono orgoglioso di essere maschio. Anche voi, probabilmente, ci terrete, soprattutto con una persona che conoscete poco, per cui se vi proponessero di usare un preservativo femminile lo riterreste almeno una bizzarria, se non proprio un’offesa. E se siete voi a proporre di usarlo su voi stessi, potrebbero cadere in errore, immaginare che volete sentirvi donna, e non è quello che volete.
Ma noi, io e Franco, siamo una coppia collaudata e non sarà un “femminile” a sconvolgere le nostre dinamiche.

Vediamo intanto di che si tratta. Aperta la busta esce un sacchettino trasparente un po’ unto con due anelli abbastanza rigidi. Uno di questi anelli è il bordo del sacchettino, l’altro è libero all’interno di esso. Fatto di poliuretano (quindi resistentissimo alla rottura, e permette anche l’uso di lubrificanti grassi), andrebbe infilato nella vagina, dove l’anello all’interno di esso dovrebbe incastrarsi sul fondo, per mantenerlo in posizione durante il rapporto.
Come forse avrete immaginato, o vi avranno detto, la vagina è molto diversa da un ano. Per prima cosa infilare “a freddo” questo coso non è facile. Nel nostro esperimento io ho svolto il ruolo passivo perchè sono il più esperto dei due. Per riuscire ad infilare questo “coso” abbiamo fatto abbondante uso di creme, e questo si è rivelato più tardi come un errore, vedremo poi perché. Approfittando della rigidità dell’anello interno, tenendolo schiacciato, si inizia ad infilare il primo pezzo, poi, con un dito, si infila tutto il resto per quanto possibile. Resterà all’esterno solo l’anello di bordo. L’aspetto è circa quello che potete vedere nella foto, dove con la mano, e ringraziate il mio buon gusto, ho simulato l’ano in questione. A questo punto si inizia a giocare.

Ero giustappunto a quattro zampe ad aspettare e non stava succedendo nulla, mi volto a vedere quale fosse il problema e vedo il mio cucciolo imbambolato. “Che succede?” “Mi tremano le gambe. Non l’ho mai fatto senza preservativo.” Che tenero, che bellezza, un nuovo giochetto piccante per il nostro rapporto. Rincuorato, iniziamo a giocare. Dobbiamo dire che questo preservativo si è dimostrato un po’ corto. Progettato per le vagine, che sono meno profonde di quanto non lo possa essere il nostro retto, nell’uso il glande va a sbattere sul fondo e, soprattutto, va a cozzare coll’anello rigido che dovrebbe tenerlo in posizione, cosa non piacevole soprattutto per chi ha il glande molto sensibile.
Dopo una decina di minuti ha iniziato a sfilarsi seguendo il pene nella sua corsa in uscita, e non ne voleva sapere di restare dentro per più di qualche minuto. Probabilmente abbiamo esagerato col lubrificante nel mio culo nell’inserzione iniziale, avremmo dovuto essere più abili e non usarne affatto, mentre (ho trovato poi le istruzioni d’uso su internet) si deve abbondare col lubrificante sul pene, di qualsiasi tipo, dal gel all’olio, persino burro se si desidera un riferimento da cinefilo. Noi, dopo altri dieci minuti ci siamo arresi e abbiamo continuato senza di lui, sostituito da un “Avanti” il preservativo anch’esso di poliuretano che resiste alle creme grasse, visto che ormai ero completamente unto e avrei fatto rompere i normali preservativi.

Fin qui la cronaca. Dobbiamo dire che, seppure un po’ difficoltoso nell’uso, seppur alcune manovre siano risultate goffe, nella pratica è risultato piacevole per entrambi. Visto il costo più elevato rispetto ai tradizionali condom e alle difficoltà d’uso (per lo meno come prima volta, da inesperti), non mi sembra il caso di pensare ad un cambio di abitudini definitivo, ma potrebbe tornare utile, in alcuni casi. Vediamo quali.

Ci sono persone che per la particolare conformazione del pene non riescono a tenere stabilmente indossato il preservativo. Io li chiamo, in tono scherzoso, cazzi a forma di cono gelato, ma presi dalla parte sbagliata. Sono cazzi appuntiti ma che si allargano drasticamente alla base, a cono, appunto. Sono degli incredibili strumenti di tortura, e di piacere, ma non c’è preservativo che resista senza sfilarsi silenziosamente durante il rapporto, specie se energico. Il “female condom” può essere la soluzione più comoda e più sicura. Penso anche a quelli non particolarmente dotati che fanno fatica a trovare qualche modello dentro cui non ballare. L’industria dei preservativi si rivolge a chi ha un pene di media grandezza e forma e fra piccoli e grandi preservativi c’è solo una differenza di sei millimetri sulla circonferenza e un paio di centimetri sulla lunghezza. Questo perchè pensano che nessuno vorrebbe andare in farmacia e chiedere “una scatola di preservativi XXSmall”. Spero che in futuro aumenti la cultura sessuale e che non si faccia più della misura del membro l’unico metro di giudizio sulla mascolinità e sulla bravura a letto. Discorso inverso, va bene anche per chi ha un pene particolarmente grosso e non riesce a trovare nessun preservativo abbastanza grande da poter essere infilato facilmente.
Esiste pure chi è allergico al lattice naturale, l’unico preservativo non di lattice è “Avanti”, anch’esso di poliuretano come questo femminile, ora c’è una scelta in più.
Ricordiamoci poi chi proprio non riesce ad infilare un preservativo senza soffrire di improvvisa impotenza, succede soprattutto le prime volte (e per questo di solito si consiglia di allenarsi da soli masturbandosi col preservativo indossato) anche se per alcuni questo è un problema che dura per tutta la vita. Ora non ha scuse. Può far usare il female condom al suo compagno, che senz’altro lo ringrazierà per la sapienza tecnica e la buona volontà.

Il preservativo femminile potrebbe essere utile anche nel caso di orge con accoppiamenti multipli: invece di dover cambiare preservativo ad ogni cambio di buco (e per buco non intendo solo l’ano), è sufficiente che ognuno indossi sia l’uno, davanti, che l’altro, di dietro (ovviamente a seconda di quello che intende fare, o entrambi o uno dei due). In effetti rende tutto molto più comodo e sicuro, parola di un mio amico che ne ha fatto questo uso. Il fabbricante sconsiglia l’uso contemporaneo dei due presevativi, perchè se non lubrificati abbondantemente potrebbeo, con l’attrito, uno sfilare l’altro durante l’atto. Suppongo che questa immagine, un’orgia tutta farcita di gomma e poliuretano, vi possa far sorridere, è molto diversa da quella delle vostre trasgressive fantasie erotiche. Ed è molto diversa anche dai video pornografici barebacking (cavalcare “bareback” significa farlo senza uso della sella, a nudo, e in senso figurato lo si è esteso alle scopate senza protezione) dove focosi maschioni senza paura ne fanno di cotte e di crude senza la minima ombra di un preservativo o di un guanto di gomma. Nella realtà chi ama le orge ama la vita e si augura che sia la più lunga possibile, ed è prassi comune che nella preparazione del campo di battaglia si sparpaglino in giro preservativi e guanti di gomma pronti da usare, e che ogni partecipante abbia con sé il suo contenitore di lubrificante con scritto a pennarello il suo nome (i lubrificanti, specie quelli in gel, sono un ottimo terreno di coltura per ogni microorganismo, ognuno deve avere il suo personale). Anzi, chi non è ferrato sull’argomento “sesso sicuro” è messo a volte un po’ da parte, considerandolo come uno poco affidabile.

Ma anche senza avere in programma orge igienicamente corrette, il condom femminile può essere utile se siete fra quelli dotati di molta fantasia a letto. Permette infatti di passare dal rimming (leccare il culo) alla manipolazione anale (che non pensiate però di riuscire a fare un fistfucking completo, giusto qualche dito), fino alla penetrazione, tutto in sicurezza totale, sostituendo, con un pezzo solo, preservativo, membrana e guanti. Per chi non conoscesse la “membrana”: si tratta di un foglietto di lattice da interporre tra la bocca e l’ano per evitare non solo l’AIDS ma soprattutto una lunga serie di malattie sessualmente trasmesse, fra le quali le epatiti virali, oggi in aumento fra noi gay.
Da considerare poi che, per la sua particolare forma, il preservativo femminile copre interamente l’esterno dell’ano, e quindi protegge meglio amche da condilomi ed herpes.

I preservativi di poliuretano (maschili e femminili) sono costosi ma anche molto resistenti, non solo allo sforzo, ma anche non si danneggiano conservati al caldo e nel lungo tempo (la scadenza è di cinque anni, indipendentemente dal modo di conservazione). Per cui i produttori stanno testando l’opportunità di consigliare il loro riutilizzo, previo lavaggio, asciugatura e nuova lubrificazione. Devo ammettere che ci avevo già pensato. Io uso gli “Avanti” da tempo e dato il loro prezzo (2,50 € al pezzo) mi dispiaceva buttarli così, appena appena usati. Ne ho lavati alcuni e ho provato a riusarli con cautela: funzionano come fossero nuovi.

A proposito di prezzo. I preservativi femminili sono commercializzati in Europa col nome di Femidom. Il prezzo di listino è di 7,15 € la confezione da tre pezzi. Ovviamente nelle farmacie italiane non si trovano, anche se sono in produzione da più di dieci anni. Quindi non ci resta che rivolgerci ad internet, dove si possono ordinare ad un prezzo minimo di 4,50 € (da un sito belga) o di 6,90 € (da un sito italiano), ma bisogna poi aggiungere le spese di spedizione. Però si risparmia sul gel, il burro costa tanto poco!