A nudo

Libertà di amare, divieto di giudicare.

di Pigi Mazzoli
(pubblicato in "Pride", agosto 2003)

Il mese scorso ho cercato di scandalizzarvi parlando di lavaggi interni, e forse ci sono pure riuscito. Anche se penso che molti di voi mi considerino un pivello per il mio tatto nel parlare di certe cose come se fossero fatti terribili e di difficile divulgazione. Spesso dietro ad un viso angelico ho scoperto che si celavano istinti e desideri inimmaginabili. A volte si dice "quello ha una faccia da porco" e poi si scopre che il suo immaginario erotico deriva direttamente dalle fiabe dell'infanzia.

Ecco, questo è veramente il più grosso piacere quando si conoscono persone. Cercare di immaginare come saranno nude, cosa ameranno fare a letto, con che occhi ci guarderanno durante l'amore (o il sesso, o se non ci guarderanno neppure), se grideranno raggiungendo l'orgasmo.
Scoprire se durante il sesso esce inevitabilmente quello che tengono sempre nascosto dentro di sé, o se il loro modo di fare l'amore è una recita in piena regola dove cercano di dare il meglio di sé, addirittura cercando di sembrare ciò che non sono, che non credono di essere.

Se si andasse a battere solo per il bisogno di un orgasmo staremmo tutti a casa a farci delle seghe. Se fosse solo per il desiderio di conquista ci basterebbe fare il conto di quanti riusciamo a irretirne in una sera senza la necessità di portare a termine l'impresa (in effetti ce ne sono in giro di questi che rimorchiano solo per avere conferma di poter piacere, senza nessun interesse nel portare avanti la cosa).

In questo momento della mia vita io sono in coppia e amo la fedeltà. Ma non fraintendetemi, non sono uno di quelli che pensa che tutti dovrebbero essere come lui. Anzi. Nel mio passato sono più le notti passate a caccia di quelle passate davanti alla televisione. Conosco, apprezzo le gioie del sesso promiscuo (o meglio sarebbe dire libero). Ne conosco anche gli svantaggi, i dolori, le delusioni. Ma continuo a pensare che la grande fortuna che abbiamo avuto è di essere gay, soprattutto di essere gay ora e qui. Non abbiamo la gioia della procreazione all'interno della coppia ma abbiamo tutte le altre gioie.
Ecco, sesso promiscuo. Credo che in questa definizione si celi un giudizio negativo. Vi leggo una contrapposizione all'unione monogamica.
Domandare "sei fedele o sei promiscuo" comunica questo giudizio, non fosse altro per l'aura di santità che la parola "fedele" ha nella nostra cultura cattolica. E poi quella parola, "promiscuo", il più delle volte viene associata al rischio di malattie veneree.
Perché allora non formulare la domanda come: "ami tante persone o hai fatto una scelta precisa?", credo metterebbe i due comportamenti sullo stello livello di valore morale e di piacevolezza.

Bene, direte voi, ma se allora tutto è lecito, lo è anche il tradire il proprio amico?
Io non lo so. O meglio, per me, personalmente, lo so. Io sono come comportarmi con il mio amico. Ma noi due non siamo gli altri, ognuno avrà costruito un concetto di coppia tutto suo, con le sue regole morali. Regole che deciderà di rispettare o meno. Non sta né a me né a voi giudicare. Neppure per le coppie eterosessuali esiste più il reato di adulterio, non vedo perché dovremmo crearlo per le coppie gay.

Sembra un discorso semplice e scontato, ma lo è fino ad un certo punto. Siamo sicuri che in una coppia in cui si definiscono fedeli e che invece si cornificano di nascosto, stiano infrangendo un accordo? Non potrebbe essere che le cose siano un poco più complesse di quanto non appaiano come una dicotomia "fedele" contro "fedifrago"?
Chi ci può dire (non siamo noi!) che il giusto loro equilibrio non sia proprio una libertà rubata e quindi sofferta, o meglio offerta in sacrificio all'identità della coppia? E chi ha stabilito che la coppia debba essere totale (totale dedizione, totale appartenenza, totale fedeltà...)? Potrebbe essere che i due (fortunati di incontrarsi) vogliano entrambi una dose maggiore di libertà e meno vincoli verso l'altro. Può essere che non credano alla "crescita insieme" e che preferiscano una normalissima "crescita individuale" salvo poi confrontarsi di continuo. Non potrebbe essere questa, forse, una coppia ancora più forte, valida, della coppia monogamica che rifiuta il contatto con l'esterno forse per paura che le tentazioni la possano far scoppiare?

Troppi punti interrogativi? No, ci vogliono. Diffido di chi ha la ricetta della giusta moralità, di chi parla di "contro natura", di chi si fa alle tradizioni. Ribadisco che siamo fortunati ad essere gay, che non abbiamo leggi da rispettare. Ce le possiamo fare su misura, da uno o da due posti. O anche da tre.
L'importante è, una volta fatta la legge, di non volerla applicare agli altri. La legge è nostra e ci dobbiamo confrontare solo noi.
Quante volte abbiamo sentito, e a volte fatto, discorsi del tipo "quello è una zoccola perché gli fa le corna". Che ne sappiamo noi di lui? Come ci permettiamo di giudicare?

Oggi parlavo con un amico, mi chiedeva delle ferie, gli ho risposto che le avremmo passate, io e il mio Franco, chiusi in casa a Milano, da soli, aria condizionata, musei deserti da visitare. Un paradiso. Secondo lui sbagliavo, dovevamo andarcene in vacanza perché ci saremmo annoiati a casa da soli. Annoiati? Gli ho ricordato che ancora non viviamo assieme e che ci vediamo solo nei fine settimana, e che quello stare assieme un mese senza staccarci mai uno dall'altro è un sogno che stiamo covando entrambi dall'estate scorsa. Lui insisteva ed allora l'ho freddato con un "non proiettare i tuoi bisogni su di me".
Racconto questo episodio per far capire che neppure nelle piccole cose possiamo credere di capire quello che succede dentro una coppia, di quali siano i loro desideri, le loro necessità.
Detesto i proverbi, o sono scontati o sono stupidi. Ma di quello che recita "fra moglie e marito non mettere il dito" ne ho fatto una regola, difficilissima da rispettare (che voglia di elargire saggi consigli a piene mani) ma comunque, come si usa dire, d'oro.

Comunque, dato che la coerenza non è una delle mie doti più presenti, vorrei ora spargere consigli di cui spero vogliate tenere solo relativamente conto, ma sono frutto di esperienza personale (leggi: errori compiuti per tutta una vita).

1 Non pensare mai che qualcuno valga meno di te (una delle doti più rare ma di maggior valore è il non apparire).

2 Non pensare che qualcuno valga più di te (può aver investito tutto nella sua immagine, come una scenografia di cartone a Cinecittà, destinata a sciogliersi alla prima pioggia).

3 Non pensare mai di essere più bello di un altro (che se poi lui dovesse rimorchiare e tu no entreresti in crisi profonda).

4 Non pensare mai di essere più brutto degli altri (ma quando rimorchierai il più bono del locale sotto gli occhi invidiosi di tutti, e questo accade sempre qualche volta nella vita, avrai imparato da solo questa regola).

5 Non tradire se hai promesso fedeltà (ma se lo fai non giudicarti da solo assolvendoti, porta il fardello che ti meriti per tutto il tempo necessario).

6 Se sei stato tradito non tradire per ripicca (è come dare una martellata su un callo che duole, si può solo peggiorare la situazione).

7 Non indurre il tuo fidanzato a tradirti per poter poi scopare allegramente in giro (adducendo ad una sorta di giustizia quello che invece desideravi da tempo fare).

8 Non cambiare fidanzato ogni due settimane adducendo difetti insopportabili, tipo il russare o un neo sulla natica (piuttosto scopa liberamente con chi ti piace e ricorda che chi ti definisce una zoccola è solo invidioso della tua libertà).

9 Se parlano male di te, non accennare a smentire, si accanirebbero maggiormente (invece alimenta le leggende, è il modo migliore per tappare la bocca agli invidiosi, tanto se incontrerai quello che ti ama veramente non presterà orecchio a nessuna maldicenza).

10 Se una persona ha, secondo te, un comportamento assolutamente riprovevole non giudicarla, non ne hai diritto (ma hai tutte le ragioni per fuggire e cercare di non incontrarla più, la mia vita è piena di innominabili di cui sono riuscito persino a scordare il nome, e il mio fegato ne è felice).

Se nonostante tutti questi consigli continuerai a sbagliare vuol dire che imparerai da solo con i tuoi errori, e questo, lo dicono tutti i proverbi, è il modo migliore per imparare.