"A nudo"
Natale in famiglia.
di Pigi Mazzoli
Pubblicato su "Pride", dicembre 2002

Forse non è stato così orribile l'anno passato, nella storia c'è stato di peggio, ma io mi aspetto sempre il lieto fine. Si può fare di più, si può fare di meglio.


Dicembre è il mese della prevenzione, ma una volta tanto, con mio sollievo, il Direttore mi permette qui di parlare d'altro, credo per combattere la monotonia delle mie prediche. E quindi approfitto per una delle mie riflessioni di fine anno. Che è stato orribile, non una sola notizia buona.
Prima riflessione. Omicidi in famiglia. Nessuno che si sia chiesto, nelle centinaia di trasmissioni televisive, articoli di giornali, speciali alla radio se il problema della violenza può essere nella famiglia per come è strutturata, o addirittura se è insita nella regola stessa di famiglia. Se si è parlato di famiglia è stato solo per dire che c'è un calo delle nascite e che quindi se si devono dare aiuti economici vanno riservati solo alle famiglie come storicamente sono accettate, ché le altre non possono procreare. E le donne sterili? Le rinchiuderemo in convento, o in fabbrica, vietando loro il matrimonio, tanto sono inutili ad aumentare il numero di nascite non extracomunitarie (perché i bambini desiderati dal nostro governo sono quelli geneticamente "italiani" e non quelli figli di immigrati, e questo mi ricorda qualcosa del passato...).
Ma ad ogni notizia di stupro, violenza, omicidio io ho teso l'orecchio con apprensione sperando che non fosse opera di un omosessuale, che altrimenti un altro giro di vite sarebbe arrivato contro i nostri pochi diritti acquisiti. Perché qui ci sono due pesi e due misure. La cosa più divertente e rincuorante l'ho sentita su Raitre una mattina. Trasmissione di solito abbastanza progressista, data la rete. Confronto in studio fra pro e contro omosessuali. Un ospite, maschio eterosessuale, per confortare la sua tesi che gli omosessuali sono immorali denuncia che lui da giovane è stato vittima di tentativi di adescamento ad opera di uomini. Replica di Paola Dall'Orto, che condivide il fatto che esista questo genere di prevaricazione, affermando di essere stata oggetto anche lei da ragazza di attenzioni morbose da parte di adulti. Il primo ospite replica che "quello è normale, che un uomo adeschi una ragazza...". Lo studio intero esplode indignato per tanta grettezza e lo zittisce, in quel momento ci si sente tutti fratelli, salvi, gli imbecilli sono casi rari. Dimenticando che era raitre e che quella era una delle pochissime trasmissioni progressiste. Non siamo affatto salvi.
La prova viene da tutti gli altri conduttori, bigotti nella loro morale e ancora di più nella loro millantata imparzialità. Dove le cose meno tragiche che si ascoltano sono "se non si dà scandalo..." oppure "ma non chiamatelo matrimonio".
Insomma c'è sempre questa doppia morale, se una madre uccide il figlio, o un figlio uccide i genitori, il motivo è che sono dei criminali. Se invece succede ad uno di noi allora il motivo è che siamo omosessuali, quindi intrinsecamente amorali.
A proposito di matrimoni. O meglio dire: a proposito di pacs. Tanta pubblicità, anche un po' di cattivo gusto (ma la politica fa quel che può per attirare i mezzi di informazione, per non essere trasparente, e il rischio è da correre) per un contratto francese che non si sa quanto possa valere in un nostro tribunale in caso di lite coi parenti dopo morte. Anche due miei amici si "pacsarono" (ovviamente i francesi ci hanno pure ricavato il verbo) l'anno scorso all'Ambasciata francese a Roma, ma chiesero agli amici di tenere riservata la notizia, essendo un atto da loro fatto dopo 30 anni di convivenza, solo per legale tutela al loro futuro, e che molti non avrebbero capito il senso di questa cosa. E avevano ragione loro, sentendo la televisione in questi tempi.
Protestare ogni volta, l'unico mezzo a nostra disposizione per non tornare indietro in questi tempi di destra trionfante. Oggi contro la ventilata tassa sulla pornografia (e di nuovo a discutere cosa sia arte o pornografia, e di nuovo a considerare la donna nuda artistica e il pene pornografico), o contro la proposta di restaurare il reato di adescamento passivo in Francia (che significa che è sufficiente stare per strada abbigliati in un "certo" modo per essere adescatori e quindi arrestati). Oppure invadere in massa pacificamente una strada con locali gay (e al limite farsi arrestare) perché la polizia smetta di prevaricare con perquisizioni pretestuose e inutili. Protestare ogni volta, non basta un gay pride all'anno per conservarci i pochi diritti acquisiti.
Ma sempre a proposito di matrimoni, o meglio di coppie, avevo promesso ad un amico di parlarne questo mese. Il quale amico è rimasto spiacevolmente sorpreso quest'estate su una spiaggia gay scoprendo che lì non avrebbe trovato un fidanzato ma solo coppie in cerca del terzo. Lui è rimasto sorpreso dall'usanza di mettersi in coppia e poi cercare sesso con altri. Io resto scandalizzato che uno che cerca un fidanzato vada in un posto di sesso. Non che non debba farlo, ma per il fatto che sia quasi obbligato a farlo per non avere molte alternative praticabili. Secondo lui gli annunci sono sempre opera di grafomani inconcludenti che non sanno quel che vogliono, i locali pullulano di gente "una scopata e via", le saune sono infestate da quelli "una dozzina a notte e senza preservativo".
Come ricorda spesso il nostro Direttore i fidanzati si trovano forse altrove: nel volontariato, a concerto, a teatro, in piscina, in manifestazione, al supermercato il sabato pomeriggio.
Ma questo mio amico in cerca di fidanzato (la carne è debole) non trovando di meglio si è adattato a fare un poco di sesso qua e là. Ma dato che nessuno vuole usare il preservativo (e la carne è debole) ora lui si ritrova i condilomi al glande. D'altronde lui è sieropositivo, per cui suppongo che a qualcuno abbia restituito il regalo con gli interessi. Non fategliene una colpa, è veramente difficile imporre l'uso del preservativo a chi non vuole, e a volte la carne è così debole che si accetta il rischio, proprio ed altrui. Ma questo vuol dire sbagliare i calcoli (o meglio sarebbe dire "comportamento da stupidi", chiudo le parentesi e per questo mese smetto di fare il moralista).
Dato che ultimamente non ho rispettato alla lettera il titolo della mia rubrica "a nudo" (più per mancanza di accadimenti che per pudore delle mie cose private) ecco un po' di diario personale. Dopo un anno di fidanzamento, data la lontananza fisica tra di noi mia madre ha chiesto al mio amico se voleva venire a vivere con noi in famiglia (io lo desideravo questo fin dal terzo mese ma non volevo essere io per primo ad affrontare l'argomento in casa, lo vedevo come una violenza ai miei genitori con cui vivo, sicuro che per amore avrebbero accettato). Lui, molto coscienziosamente, ha considerato la cosa con la gravità che una tale decisione giustamente comporta: lasciare la propria famiglia, i propri amici, il lavoro e trasferirsi senza garanzie concrete di indipendenza non è un passo facile. La sua domanda è stata: "E se fra cinque anni ti stufi di me e mi mandi via io che faccio?". Io ho risposto che il fatto che i miei tre rapporti precedenti sono durati dai quattro ai dieci anni potrebbe essere indice di stabilità, ma non assolutamente una garanzia per il futuro. Anzi ho controbattuto che potrebbe essere lui, di venti anni più giovane di me, più bello di me, sano come un pesce, a stancarsi magari dopo un solo anno di convivenza. Gli ho anche ricordato che sono pignolo e un poco noioso, pigro e di salute cagionevole. Che per una convivenza durature mi sembrano le cose da considerare di più che i buoni intenti, che lasciano il tempo che trovano. Dato che siete curiosi vi comunico che la discussione è rimasta ferma lì, abbiamo deciso di riprenderla in considerazione tra qualche mese. Nel frattempo ci godiamo questo amore pendolare fatto di treni settimanali e telefonini giornalieri (che bello svegliarlo tutte le mattine con una telefonata! "Buon giorno pisellone! Sono le sette e cinque, metti giù i piedi dal letto...").
A quanto pare certe cose filano lisce senza bisogno di lubrificare, altre no. Ho scoperto che sta sparendo il lubrificante. Sparite dal commercio le bustine monodose (che in vero erano carissime), sparito del tutto dai negozi (pare che siano fioccate multe a chi li vendeva al di fuori delle farmacie), ho trovato qualche difficoltà anche in farmacia dove dopo ricerche al computer mi veniva risposto che non veniva più distribuito. Tanto che un week-end siamo restati senza. Il fatto che ora sia supermercati che farmacie abbiano in bella vista ogni tipo di preservativo, ma nessuno pensa al lubrificante, significa che sono forse l'unico che lo usa? Forse che i preservativi sono in bella vista proprio perché se ne vendono pochi? Forse sarà così, devo fare un salto in Svizzera al supermercato a fare scorta di gel. Oppure devo provare se quello per capelli funziona anche per il sesso, avrei risolto un problema anche economico visti i prezzi del lubrificante in Italia.
Siamo agli auguri per il 2003. Pari diritti a tutti, anche a chi sta nel terzo mondo. Niente guerre, farmaci per tutti. Tanto sesso, tanto amore, tanto rispetto, tanta felicità.