Orsi, quelli che la pancia la vogliono.
di Pigi Mazzoli
(pubblicato in "Pride", ottobre 2004)

(Orsi 1, la preistoria.)

Scusate se parto da molto lontano, ma per interpretare meglio il fenomeno “orsi” in Italia dovete sapere com’era, grosso modo, il mondo omosessuale prima che voi nasceste, o che voi raggiungeste l’età del consenso. Fino agli anni ’60, quando non esistevano ancora informazione e movimenti politici gay, l’omosessualità era vissuta in modo nascosto e, quasi, naturale. I modelli culturali, sia estetici che di ruolo, provenivano o da molto lontano nel tempo (seppur sempre perseguiti i rapporti omosessuali sono sempre stati praticati) o da una cultura d’elite che si manifestava attraverso pittura, letteratura, ma poi anche fotografia e cinema. Il dio greco, il pugile, l’efebo, l’elegantone, il travestito sono i possibili riferimenti estetici di quel periodo. Mentre per quanto riguarda i ruoli, raramente erano paritari, soprattutto si trattava di rapporti fra il ricco e il povero, tra il vecchio e il giovane, fra l’etero e il travestito, dove i gay si sposavano e di regola vivevano i loro rapporti omosessuali al buio dei parchi e nei gabinetti.
Venne poi, come in tutto l’occidente, negli anni ’70 la liberazione omosessuale. Inizialmente portò l’omosessualità alla luce, prima con un trattamento più corretto da parte della stampa, poi producendo direttamente cultura omosessuale, con riviste, opere letterarie e storiche. Ai vecchi modelli estetici si affiancarono allora dei nuovi, alcuni autoctoni e contemporanei (per intenderci, per alcuni il massimo del desiderabile erano quelli di Avanguardia operaia), altri importati direttamente dagli Stati Uniti, come il biondo surfista californiano, giovane, magro ed epilato, oppure il clone. Il clone di cosa? Ma del modello base di Tom of Finland, noto disegnatore erotico gay ora scomparso. I cloni erano baffuti, ma ugualmente magri e raramente pelosi, solo più muscolosi. Noi, in Italia, che siamo a volte un po’ tozzi, facevamo fatica ad assomigliare a quei nuovi modelli, un po’ come le ragazze di oggi che inseguono drammaticamente l’immagine delle modelle anoressiche.
Ecco, in questo ambiente un po’ razzista, alcuni hanno sentito l’esigenza di fare qualcosa per autopromuovere la loro immagine vituperata. Far capire, a chi si sentiva escluso perché diverso dai quei modelli estetici, che anche lui aveva una sua bellezza, che era apprezzata, anche se non da tutti. Ormai erano gli anni ’90 e di bear e di chubby si sentiva già parlare nelle cronache di viaggio dei paesi nordeuropei e nordamericani. Anche in Italia naque quindi il movimento degli orsi.

(Orsi 2, il dizionario)

Fin dal loro apparire gli orsi cercarono di definirsi dal punto di vista estetico. “Grossi e/o pelosi” sembrava essere la sintesi migliore, ma scendendo nei particolari, fra esclusioni e affermazioni, si continuavano a dover fare lunghe descrizioni, e raggruppamenti in gruppi omogenei, anche perché ognuno aveva la necessità di autodefinirsi, esteticamente e come ruolo sessuale, a sua volta all’interno del gruppo.
All’inizio in Italia vennero usate le definizioni in lingua inglese (con già problemi di comprensione fin dalla base: chi pronunciava “bear” all’inglese e chi “bier” all’americana) e con esse importando anche i modelli erotici americani.
Si hanno così i bear: muscolosi, anche con pancetta, meglio se pelosi, con barba, di qualsiasi età, e classicamente vestiti da boscaioli canadesi con camicia scozzese, jeans, scarponi e berretto in maglia di lana. Pochi in Italia assomigliavano a questi boscaioli, ma con un certo sforzo con l’abbigliamento, i più riuscirono ad adattarsi.
Fra le altre figure importate ci sono i chubby: troppo grassi per sembrare boscaioli, sono spesso poco pelosi a volte veramente enormi. La traduzione sarebbe “ciccione”, ma la valenza negativa del termine italiano è ancora così forte che si continua ad usare di solito il termine inglese.
Uno dei modelli che ha avuto poco successo in Italia è quello della coppia son and dad, padre e figlio. Da noi è raro che un figlio cerchi un padre, solitamente ci si definisce “maturi” o “giovani”, mentre il termine “gerontofilo” è ancora usato più in tono scherzoso che come reale termine autodescrittivo.
Ma esiste anche l’altra metà del mondo ursino: i chaser, che noi traduciamo direttamente come cacciatori. Ovviamente essi sono alla ricerca di orsi o di chubby. Solitamente magri, spesso barbuti. A volte si vestono anch’essi da boscaioli, altre con abbigliamenti che mettano in risalto le loro attrattive fisiche.
Non tutti gli orsi cercano un cacciatore, ve ne sono che cercano solo altri orsi. Questi sono detti scherzosamente “orsi lesbici”. Ma c’è poco da scherzare, proprio queste due diverse visioni (un mondo “solo di orsi” contro “orsi e cacciatori”) hanno creato in passato, come vedremo più avanti, dissapori e separazioni nel movimento ursino.
Ci sono poi i cub, detti cucciolo o orsacchiotto, e con questo si definisce un orso di giovane età e, si suppone, di infinita tenerezza.
Ma che siano chubby, orsi o cacciatori, la caratteristica comune è la misceela di mascolinità e dolcezza.
Potrtemmo continuare con lontre, volpi argentate, lupi, muscle bear, big bear, teddy bear: ci sono due siti sul web dove approfondire l’argomento. Il primo è tenuto da OrsiBo, il cui url è www.orsibo.org Di Bologna, organizzano anche una serata ursina al Cassero ogni primo venerdì del mese. Sulla loro pagina potete trovare anche le informazioni sulle chat di irc di carattere ursino e una sezione di cucina ed enologia.
Siciliani di Palermo sono invece quelli di Portorso, sito web www.portorso.net Oltre al glossario ursino potete trovare una guida bear della Sicilia, fotografie, annunci, notizie. Pubblicano anche la fanzine WOOF! che prende il nome dal più classico dei saluti fra orsi.

(Orsi 3, la storia.)

Come ogni avvenimento epocale che si rispetti, la nascita del movimento ursino in Italia ha la sua data certa: febbraio 1992. Uno dei conduttori del circolo gay Querelle di Milano era all’epoca il compianto Lorenzo Pinto (colui che poi aprì il Company club sempre a Milano) che, con pochi altri, con annunci e passaparola organizzò il primo incontro nel suo locale per formare una nuova associazione. Che si chiamò OrsiItaliani girth & mirth. Nasceva sui modelli degli esistenti gruppi americani e di quello belga. Per inciso, girth & mirth significa “circonferenza (di pancia) ed allegria”.
Il nuovo gruppo creato sotto l’ala dell’Arcigay, entrò inizialmente anche nell’associazione europea dei gruppi bear. Organizzava periodicamente serate in locali, feste, incontri in saune, gite, frequentati da un numero crescente di persone che finalmente si potevano ritrovare in un ambiente non più ostile. Veniva poi prodotto un opuscolo illustrato, che veniva spedito ai soci ma che veniva venduto anche con successo (e con un buon ritorno di pubblicità per il gruppo) anche nelle librerie gay di Milano e di Roma, dove si potevano trovare informazioni sulla cultura ursina ma anche fotografie, cronache, incontri, annunci.
L’idea ebbe grande successo anche al di fuori del mondo gay, e articoli di una certa risonanza apparvero sulla stampa nazionale.
L’armonia all’interno del gruppo durò poco e verso il ’95 si ebbe la scissione: gran parte dei soci fondò un nuovo gruppo, non più Arcigay, che per statuto aveva una certa segretezza, volta a salvaguardare la privacy della parte di iscritti che viveva la propria omosessualità in segreto. Dieci anni fa naque così il Magnum club Milano. A dire il vero si addusse come spiegazione che alle feste potevano entrare anche le persone magre, ed alcuni nella nuova associazione erano assolutamente contrari e desideravano incontri di soli orsi, con bilancia all’ingresso. Ma nella realtà fu solo un pretesto, la scissione era inevitabile perchè alcune delle molteplici attività del gruppo erano incompatibili tra loro. Tant’è vero che dopo poco cambiò la direzione del Magnum e di nuovo i cacciatori erano ben accolti nel gruppo (da allora il presidente è un orso e il vicepresidente è un cacciatore).

(Orsi 4, il Magnum club Milano. (illustrazioni cartella magnum))

Il Magnum è il gruppo più grande in Italia. Ha un direttivo eletto di sette persone e il presidente attuale è il bergamasco Luigi Granelli, detto Gigione, vero prototipo di orso per la sua stazza (e altezza). A lui la parola.
“A maggio 2005 faremo una grande festa per i 10 anni del gruppo, non avremmo mai pensato ad un tale successo ed ad una crescita costante nel tempo degli iscritti e dei frequentatori dei nostri incontri. Siamo associati Arci nuova associazione, ma anche chi non è iscritto al nostro club può frequentare i nostri incontri e le nostre feste. Sono tutti benvenuti alle nostre feste, anche se ai i nostri incontri non sono ben visti gli orsi fashion (cioè quelli eccessivamente effeminati. N.d.r.). Attualmente siamo 200 iscritti ma ai nostri incontri abbiamo tra le 350 e le 800 presenze. Comunque l’iscrizione oltre a offrire uno sconto sulle nostre attività è anche un modo di supportare il gruppo nelle sua attività e a dargli potere contrattuale nell’organizzazione di feste ed eventi. Fino da quando i bilanci sono in attivo i guadagni del Magnum sono devoluti a diverse ONLUS, da quattro anni aiutiamo l’associazione Essere bambino degli Ospedali civili di Brescia che assiste bambini sieropositivi soprattutto orfani. Alle nostre offerte si sommano anche quelle dei gestori dei locali dove organizziamo gli incontri e quanto si raccoglie alla festa di solidarietà che teniamo ogni dicembre al One Way di Sesto San Giovanni.
I nostri incontri mensili sono nel nord Italia, dove organizziamo sia il pomeriggio in sauna che la serata in discoteca: Milano, Brescia, Soragna (Parma), Verona. Poi teniamo molto agli eventi straordinari come la grande festa di fine anno, quest’anno probabilmente si terrà al One Way. Sono molto apprezzati i nostri fine settimana al mare, che abbiamo organizzato a Torre del Lago, a Senigallia , a Lido di Classe col nome Magnum alla playa, e a Barcellona con la collaborazione di gruppi spagnoli. Abbiamo fatto feste a Firenze, Torino, Roma, Napoli, Padova. Alcune di esse, ma senz’altro ancora in futuro visto il successo con più di 800 presenze, le abbiamo organizzate con dei gruppi leather a Roma e a Padova.
È difficile condensare 10 anni di successi del Magnum, ma noi ci proveremo organizzando il nostro primo incontro internazionale dal 29 ottobre al 1° novembre di quest’anno, con serate in discoteche, incontri in saune, pranzi e cene fra Milano, Brescia e Verona, con trasferimenti in autobus. Abbiamo organizzato con la serietà di sempre, tutti possono testimoniare ad esempio che alle nostre cene il cibo è sempre abbondante e di qualità, come si conviene agli orsi, pur riuscendo a contenere il costo ad una cifra molto bassa, come sempre.
Adesso ci sono vari gruppi. Noi del Magnum vogliamo che il mondo ursino vada avanti non solo per le nostre iniziative, ben vengano altri gruppi con le loro attività. Anche se ci dispiace che alcune siano organizzate solo per profitto e talvolta malamente, clonando nel nome o nel programma le nostre iniziative, inducendo confusione nella gente che a volte ha pensato che fossimo coinvolti noi in certi fallimenti.”
Fin qui le parole di Gigione. I sette del direttivo, ma anche i soci che collaborano, hanno in effetti centrato l’esigenza di una larga fetta di pubblico, organizzando serate e incontri ben assortiti, in una atmosfera amichevole. Ed anche se lo statuto del Magnum vieta, ad esempio, di portare un proprio striscione al gay pride, è il presidente stesso che esorta chi volesse parteciparvi a ritrovarsi sotto lo striscione degli Orsi Italiani, dimostrando che certe vecchie ruggini sono ormai un ricordo.
Per contattare il Magnum, per informazioni anche sull’incontro internazionale di ottobre-novembre, ma anche per rifarsi gli occhi sulla corposa galleria di scatti che documenta questi 10 anni di incontri, andate al sito www.magnumclub.com

(Orsi 5, Orsi Italiani)

Abbiamo parlato di striscioni e di gay pride. Quest’anno addirittura il primo bear pride d’Italia. A organizzare una nutrita sezione di orsi all’interno del gay pride che si è tenuto a Roma questo 3 luglio ci hanno pensato Epicentro Ursino Romano e Orsi Italiani. Questi ultimi hanno portato il loro glorioso striscione sotto il quale hanno sfilato tanti orsi a due gay pride italiani ogni anno, dall’epoca della fondazione del gruppo. L’altra attività del gruppo è una sito web vastissimo, che spazia dalle fotografie alla rassegna stampa, dalla narrativa dei lettori-autori agli annunci ursini.
A sopportare il peso di tutto ciò sono soprattutto una coppia di orsi, già tra i fondatori del gruppo, che hanno conservato in vita gli Orsi Italiani, con la sua connotazione di punto di riferimento politico, rappresentativo e culturale: Carlo Molinari e Giambattista Ventrella. Carlo e Giamba sono fidanzati da 22 anni e convivono da 20. Hanno due gatti e una casa con sedie rinforzate a Milano in zona Fiera. Facciamo parlare loro.
“Il sito web ci porta via circa un’ora di lavoro al giorno. Fino al 1996 abbiamo continuato a stampare il bollettino perchè ancora pochi erano collegati ad internet.
I motivi di questo impegno? Cercare di essere di supporto alla comunità bear, per la visibilità, per i diritti di tutti i gay. Quando abbiamo iniziato nessuno sapeva cosa volesse dire orso, ora tutti usano questa parola, per lo meno la conoscono tutti i gay d’Italia. Non siamo soli in questo impegno, ci sono lettori che mandano le loro storie a puntate, attualmente stiamo pubblicando a puntate un apprezzatissimo romanzo di Maurorso. Ma dobbiamo ringraziare anche persone come Emilio Campanella che si occupa delle recensioni, di Emiliano Pecalli che si occupa di musica, di Pietro Trevisan di cui pubblichiamo i disegni, di una serie di collaboratori che ci ha aiutato, in questi 8 anni, a creare un sito molto articolato, completo e sempre aggiornato.”
L’url del sito è www.orsiitaliani.com (attenzione alla doppia i al centro).

(Orsi 6, Epicentro Ursino Romano)

Abbiamo accennato a proposito del bear pride al gruppo Epicentro Ursino Romano, abbreviato E.U.RO. Ovviamente romani, l’ideatore è Francesco Macarone Palmieri, Warbear sul web. Lui stesso si definisce “una bestia di 190 centimetri per 107 chili e barbone” e nella sua verbosa pagina www.epicentroursino.it racconta di come si sentisse emarginato dal contesto gay incentrato sulla figura del fauno o dell’efebo e che per questo ha iniziato la sua ricerca di nuove immagini e nuovi ruoli, anche al di là degli usuali ruoli di potere tipo “chi fa il maschio e chi fa la femmina”. E come personale definizione del mondo ursino dice “imponenza, rotondità, pelo e culto della barba”. Ma il gruppo è più conosciuto per le feste che organizza a Roma, i Toga party, dove veramente c’è gente in toga da antico romano (qui si nota l’aiuto di Loppo di cui parleremo dopo). Sono serate di grosso successo che vedono la partecipazione anche del Leather Club Roma, il che significa che è un ambiente piacevolmente eterogeneo ma dove la connotazione modaiola non è ben vista. Non a caso, per definire chi è il benvenuto, Francesco dice: “per tutti coloro che soprattutto odiano Renato Zero e Raffaella Carrà”.
Orsi 7, S.B.Q.R.

S.B.Q.R. di Roma, il sito web di Loppo, fondato nel 1996 si è proposto fin dall’inizio come sito di servizio, con annunci, notizie, collegamente e soprattutto la migliore guida ursina d’Italia. La pagina iniziale riproduce la bocca della verità e sul latino, sull’antica Roma, sulle toghe, è incentrata tutta l’immagine del sito, il nome stesso riprende il romano S.P.Q.R. ma sostituendo la P con una B di bear. L’url è www.sbqr.com e la navigazione è molto piacevole, oltre a dare una buona idea di quanto la sua immagine della romanità è passata nei Toga party dell’Epicentro ursino romano.

(Orsi 8, i fotografi)

Se l’essere orso parte da una diversa estetica, anche illustratori e fotografi, di nudo e non, sono specializzati, perchè credo sia difficile ritrarre, con tutta la creatività e l’amore necessario, chi non ci piace. Sono molti i disegnatori e i fotografi in Italia specializzati in orsi, ognuno col suo stile particolare. Ogni sito web ursino ha di norma il suo disegnatore e il suo fotografo esclusivi, ma ve ne sono alcuni che hanno addirittura delle sezioni dedicate a più ilustratori. Sentiamo la storia di Gianorso che collabora con l’E.U.RO. e SBQR ed è autore tra l’altro del calendario che il gruppo fece nel 2003. Tu hai iniziato disegnando orsi, quando sei passato alla fotografia ? “Dal 1985, quando ho comprato la mia prima macchina fotografica, una Olympus con cui ho scattato per anni, prima di comprare una Nikon F 65 e poi passare al digitale. Oggi lavoro esclusivamente in digitale, con una Nikon D 100 e utilizzo Photoshop CS per la successiva elaborazione”.
Nei tuoi progetti iniziali c’era quella di un libro, verrà dato presto alle stampe? “La vedo difficilissima. Non so se in Italia ci sia un mercato interessato ad un libro
fotografico dedicato ai miei lavori. Forse dovrei proporlo a qualche editore del nord Europa. Ho visto dei libri interessanti stampati in Germania. Chissà... “
Farai ancora un calendario? “Per quel che mi riguarda no. è
stata un'esperienza interessante, nel bene e nel male, che non ho nessuna intenzione di ripetere”.




(Orsi 9, L’essenza.)

Ormai dovrebbe esservi chiaro che essere orsi vuol dire appartenere ad un mondo a parte, che partendo da una connotazione estetica arriva a riconsiderare anche lo stile di vita.
Casualmente, proprio mentre sto cercando le parole per per far capire l’essenza degli orsi, arriva la lettera di un lettore, e io non posso che rubare le sue parole. Scrive Michele di Bologna: “Premetto, io non sono un orso, non nel senso fisico del termine, ma vivo per gli orsi, per i loro corpi forti e possenti, quelle pance morbide ma allo stesso tempo poderose (ne ho avuto una prova venerdì sera alla serata degli orsi qui a Bologna, una vera festa, quando due miei amici mi hanno usato come sottiletta per il loro sandwich, sollevandomi letteralmente da terra nel garden con i loro pancioni, tra le risate di alcune centinaia di uomini tra i più belli che io abbia mai visto, orsi naturalmente), per quei peli ora morbidi ora ispidi che passerei ore ad accarezzare, quelle barbe così virili, quelle belle teste rasate, così calde e vellutate al tatto... Bellissimi quando sorridete, questi bei visi pieni che si illuminano quando esternate la vostra felicità e gioia di vivere... E quando parlate di cibo, non ne parlate come di una necessità a cui non ci si può sottrarre se si vuole sopravvivere, ma come un vero e proprio piacere da godere fino in fondo, dalla scelta degli ingredienti passando attraverso la realizzazione sui fornelli per finire poi in un banchetto degno delle feste imperiali nell'antica Roma”.