Non ho nulla da perdere
di Pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero.it
(pubblicato in "Pride", luglio 2011)

...quasi che essendo ormai "condannato" dall'infezione mi fosse scattato il meccanismo del "fatemi tutto, sono un nulla!" ...
...mi ha bloccato, lo spruzzare il partner del mio sperma, rito del godimento finale, mi fa paura...
...ormai non ho nulla da perdere, e non mi riferisco agli aspetti sessuali, ma al mio rapporto con la vita in quanto tale...
...una vita a termine, e un termine relativamente prossimo, ed ecco che le cose più pericolose nel lavoro o in casa preferisco farle io...
...non puoi immaginare con la moto le stronzate che ho fatto quando, uscito dall'ospedale, stavo riprendendo la vita di tutti i giorni...

Le frasi che avete appena letto, sono estratte qua e là da un blog italiano di uomini gay sieropositivi. Qui si parlava della difficoltà di riprendere una vita normale dopo la scoperta della sieropositività. Sono trent'anni che conviviamo con l'AIDS, ma ogni nuova infezione è sempre una nuova particolare storia che quella persona deve affrontare. Da sola o con un aiuto. Come quello di HIVoices, di cui parlammo estesamente su queste pagine settembre scorso, con l'organizzatore Sandro Mattioli. Per chi non lesse allora l'articolo: HIVoices è un laboratorio su sieropositività e identità gay. Ritorna, fortunatamente, per la terza volta, a settembre 2011, per aiutare uomini, sieropositivi, che fanno sesso con uomini. Nella presentazione, personalmente mi colpisce la frase: …favorire chi partecipa nell’acquisizione di strumenti per "inventare benessere", valorizzando le proprie capacità individuali, in particolare nella piena affermazione di sé… perché anch'io, dopo tanti anni, sono ancora alla ricerca di una chiave di interpretazione di quello che mi sta succedendo. Aspettare la scoperta del farmaco giusto, di quello che ti farà perlomeno stare come prima dell'infezione, ti lascia in uno stato di attesa e, se si è ottimisti, di speranza. Ma dopo anni di attesa costellati da piccole luci e lunghe ombre, anche la speranza a volte disappare. Chi si accontenta gode si dice, ed è la cosa che conosca più vicina a quell'inventare benessere. Ci si deve sentire a proprio agio con sé stessi, con ciò che si è in quel momento, senza nascondere le cose sgradevoli e soprattutto senza restare fermi in attesa di qualche fatto risolutivo, che forse non verrà mai. Raggiungere il proprio equilibrio, la consapevolezza di sé e, raggiunti questi, non accontentarsi della serenità, ma andare anche più in là, a cercare anche la felicità. Ho un gran fidanzato, ottimi amici e una splendida famiglia, eppure alcune volte sono io che non so quando chiedere aiuto, o cosa chiedere. Confrontarmi con altre persone che vivono coi miei stessi problemi illumina una parte di me. Sentire le ansie, le paure degli altri, e scoprire a volte che sono tanto simili alle mie presenti, o che sono a volte solo ricordi lontani di problemi che non si hanno più, è rassicurante, fa sentire più forti, più sicuri. Ma il passo successivo si fa quando si ascoltano idee a cui non si era mai pensato, ma che ascoltandole appaiono illuminanti pur nella loro semplicità, pensieri che toccano zone non risolte, che fanno dire, quando tutto appare meno complicato, perché non ci ho pensato da solo? Che bello scoprire che qualche problema qualcuno l'abbia avuto prima di te, e che prima di te l'abbia saputo risolvere, e che abbia voglia, ora, di raccontartelo, col desiderio di aiutarti.
Si parlava della difficoltà di riprendere una vita normale dopo la scoperta della sieropositività. Forse questo è il punto su cui gira tutto. Non si riprende la propria vita, ma se ne inizia una nuova che parte dalla costernazione dei primi istanti, e che è compito nostro, con qualche aiuto, far diventare questa nuova vita addirittura migliore della prima.
Poi, in particolare, per chi avesse deciso di non rivelare ancora la propria sieropositività a nessuno, per chi forse vive come una doppia vita anche il suo essere gay, HIVoices può costituire un "amico" a cui rivolgersi. Anche per queste esigenze, il laboratorio si svolge in un ambiente "protetto", dove la privacy è assicurata comunque a chiunque. Il gruppo sarà minimo di 15 persone e al massimo di 18, inizierà la sera di venerdì 16 e finirà domenica 18 settembre 2011, come sempre sull'Appennino romagnolo, come sempre a dieci euro a testa. È a cura del Progetto Salute Cassero di Arcigay Bologna, e che sia Arcigay è confortante, perché significa che il movimento gay non è solo quello, ben visibile, che invita la grande popstar al Pride o che elabora proposte di legge per il Parlamento, ma è fatto anche di persone che senza clamori fanno assistenza e cultura. Potete trovare HIVoices sul sito www.casserosalute.it (sulla homepage cliccare HIV+, quindi Campagne & Iniziative, infine HIVoices 3) oppure scrivete a salute@cassero.it fino al 4 settembre, data di chiusura per le iscrizioni.