Livorno, monumento a Giovanni Fattori

Caro Fabio, eccomi a te. Le promesse sono in parte minacce e vanno rispettate; tra le tante osservate, viste e ponderate la mia attenzione, per indole, propensione e sentimento è questa immagine. Tu, autore, guardala con me: osserva la simmetria e al contempo la pulizia d'insieme, le verticalità ma, soprattutto, il bel Bianco e Nero calibrato nei giusti contrasti e tonalità. Già tutto questo rende fruibile e piacevole una fotografia. Continua, caro Fabio, ad osservare l'insieme; la nube incombente, greve e potente che par portare tempesta, certamente nulla di buono. Davanti ad essa, a capo chino, l'artista, il monumento..., l'uomo quasi incapace di por fine a quell'angoscia così pesante... nell'estrema solitudine; tutt'attorno nessuno. Orbene ! Non gli resta che attendere che si scarichi il diluvio per poter, poi, proseguire il suo cammino.
La bellezza di questa foto è......
LA DINAMICITA' DI UN MOMENTO D'ATTESA...
Voglio dirti che tutto è dinamico, sono dinamici i mori della fontana livornese (da te più volte fotografati) se li sai cogliere nella loro fatica e angoscia della prigionia e delle catene di una schiavitù che nulla ha di umano.
Ti ricordi quando una volta ti scrissi: "... io apprezzerei più contrasto nelle tue foto.." In effetti, il contrasto, soprattutto nel B/N, è di una forza incredibile. Il distacco netto tra due tonalità appare, il più delle volte, come una lama acuta e lacerante, quasi un taglio di tela alla Fontana (Concetto Spaziale). In questa tua fotografia hai magistralmente usato il contrasto per narrare una forza e un'angoscia nella stessa immagine; altre modalità non avrebbero potuto raccontare così intensamente un momento di tensione. Guarda, Fabio, non è una piazza ciò che hai fotografato ma un momento...un momento in cui, ognuno di noi si trova, prima o poi, a trovarsi. Soli davanti al passo successivo... Questa è una foto che mi piace! Gianni