Aspettando dicembre
di Pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero.it
(pubblicato in "Pride", novembre 2011)

Quando scrivo uno di questi articoli per Pride, doverosamente lo rileggo più volte per limare la forma ed evitare errori, poi lo dimentico. Per un disguido sul numero di agosto è stato ripubblicato un mio articolo di più di un anno fa. La redazione ad agosto chiude per ferie e questo deve aver generato lo scambio di file. Mi stavo organizzando per pubblicare il mancato articolo di agosto nel primo numero utile, cioè in questo, apportando i pochi aggiornamenti necessari. Così, a distanza di due mesi ho riaperto il file e ho iniziato a leggere: " Oggi ho attraversato la città, già un po' vuota, in un pomeriggio assolato che mi ha fatto tanto apprezzare l'aria condizionata in auto. Andavo a ritirare i farmaci della terapia per i prossimi due mesi. I tanti parcheggi liberi, le poche macchine in circolazione m'hanno rallegrato. Arrivato all'ospedale ho parcheggiato fra cespugli di oleandro, il loro odore intenso e dolce m'è bastato per ricordare in un lampo la Sicilia, antichi amori estivi, viaggi, una vita che ha goduto della natura in tutti i suoi aspetti. L'animo è restato leggero scendendo le scale dell'ambulatorio. Ritiravo le medicine, una commissione veloce. Questa volta la parola "farmaco" scritta sul foglio da consegnare, scritta sulla porta dove vengono distribuiti, l'ho sentita lieve, amica, non pesante, nauseante, triste, come altre volte succedeva. Sono nella fase in cui la terapia funziona e non mostra effetti collaterali. Sono nella fase in cui gli esami del sangue sono ogni volta un poco meglio della volta precedente. Sono nella fase in cui so che se si rompe il preservativo Franco, il mio fidanzato, non corre un grossissimo rischio, e questo è bello, bellissimo se penso all'angoscia che vent'anni fa questa eventualità avrebbe scatenato. Insomma, una giornata veramente bella…".
Cavoli! Sono passati solo tre mesi ed il mio umore è quasi all'opposto. Gli ultimi esami sono andati male, forse dovrò cambiare ancora farmaci, chissà quali saranno attivi su questo virus invecchiato con me. Ma soprattutto, quella cifra che indica la replicazione virale, che quando non è a zero vuol dire che si è più infettivi, più pericolosi. Anche se facciamo sesso sicuro sempre e comunque, la coscienza di una replicazione virale aumentata ci toglie piacere, forse perché impone un maggiore controllo nelle azioni e quindi rende difficile quell'abbandono rilassato che è parte del piacere sessuale. O forse solo perché l'umore è peggiore e basta quello.

Nell'ultimo passaggio in ospedale ho raccolto i soliti pieghevoli. "Terapia HIV: c'è un percorso più semplice" non riporta novità sostanziali, dice che la terapia deve essere "efficace e tollerabile". Nuovi farmaci vengono alla luce più raramente, ma il livello degli esami di laboratorio, più evoluti di quelli di una volta (si pensi all'amplificazione genica che permette di misurare l'impercettibile) e l'aumentata casistica accumulata si traducono in linee guida certe e non più lasciate all'ispirazione del singolo medico.
Interessante comunque che scrivano che "la persona non può contribuire alla tollerabilità della terapia (...) in quanto essa dipende dalla tossicità di ogni farmaco e/o dalla reazione individuale". Cioè, credo di capire, se si sta male e lo si dice al medico, si fa una necessaria comunicazione, ma non che lui possa fare granché, se non dimostrarsi partecipe e ricordare che nel caso che gli effetti collaterali diventassero insopportabili, esiste sempre la possibilità di cambiare farmaco.
Poi il pieghevole fa notare che alcuni farmaci sono in commercio in preparazioni per cui in una sola pillola ci sono due o tre farmaci diversi. Si esorta a richiederle al medico, perché semplificano l'assunzione, quindi una terapia più comoda sarà assunta con maggiore regolarità (e sarà dunque più efficace). Non sempre queste preparazioni multiple sono rese disponibili ai pazienti dal Servizio Sanitario, perché il loro prezzo è più elevato della somma dei prezzi delle singole specialità che lo compongono. Da tempo le associazioni di pazienti si domandano come mai queste formulazioni semplificate debbano costare di più, come se le case farmaceutiche le considerassero un lusso da far pagare. Il pieghevole del "percorso più semplice", è sponsorizzato da una casa farmaceutica e nemmeno accenna al prezzo.

Ora una notizia buona: a Stoccolma il 10 e l'11 novembre si tiene la prima conferenza sull'Hiv/AIDS tra i gay a livello europeo. Mi scrive Giulio Maria Corbelli che è nel comitato organizzatore: "Si chiama FEMP 2011. Sono stati presentati più di 100 abstract, alcuni molto interessanti e anche relativamente molti dall'Italia, tanto che sono rimasto sorpreso di scoprire che anche da noi si studiano gli omosessuali in hiv!". Per questo motivo il mese prossimo, che è significativamente dicembre, troverete qui le sue cronache. Non perdiamocelo!