Un mare di pillole
di Pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero.it
(pubblicato in "Pride", aprile 2008)

Ero in attesa di una visita nella sala d'aspetto dell'ospedale, quello dove mi curano dall'infezione dell'hiv. Non è veramente una sala d'aspetto, hanno messo qua e là delle panchette di metallo fatte da tre sedili affiancati stretti, come quelle dell'aeroporto. Gli spazi sono pochi ed allora sono sparpagliate nei corridoi appena un po' più larghi, e qualcuna è di fronte alle segretarie che sbrigano le pratiche burocratiche. Ero seduto proprio davanti al bancone dell'accettazione, col mio numerino di carta in mano, a fissare il pavimento di plastica a riquadri colorati (una volta anche le panchette erano di sedili di plastica di colori tutti diversi e facevano allegria) ed ogni tanto a guardare il display col numero, come quelli del supermercato, e ogni tanto l'orologio appeso sopra una porta, cercando di calcolare ogni volta il tempo dell'attesa.
Siamo in tanti, uomini e donne, giovani, vecchi, bianchi, neri, ben vestiti o trasandati. Così come accade in tante sale d'aspetto, fra di noi fingiamo educatamente di non guardarci, restiamo silenziosi e artatamente disinvolti. Forse però ci osserviamo tutti, fra di noi, senza farci accorgere, un po' per abitudine, un po' per noia.
Di ognuno cerco di capire se è gay o etero, oppure se è un tossicodipendente, o se è una donna cerco di immaginare se è tossicodipendente o se è stata infettata da un suo compagno. Se sono donne anziane di solito sono madri che accompagnano un figlio o una figlia, ma a volte entrano da sole dal medico e allora capisco che sono loro ad essere in cura. Cerco di capire se, incontrando per strada queste persone, avrei capito che erano sieropositive come me. "Questo sì, questo no, non l'avrei mai detto, questa si vede che è tossica...". Di qualcuno appare chiaramente l'effetto dei farmaci sul viso, in altri sulla forma del corpo. Variazioni che io, che noi, riusciamo a leggere qui, ma che in strada sarebbero passate inosservate. Altri sono hanno un aspetto perfetto, da fare invidia. Penso alle mie di trasformazioni, che gli altri per strada non ascriverebbero mai all'AIDS, ma che ai miei occhi paiono invece come una devastazione. Cerco di capire se anche per gli altri che sono qui c'è stato una cambiamento e quanto ne stanno soffrendo. Non conosco nessuno per nome, ma sono spesso visi già visti in altre attese, in questi anni di cure.
Poi uno giovane, molto giovane, e molto bello. Biondo, i capelli mossi, fisico proporzionato. Resta a lungo allo sportello, sento la segretaria che spiega, capisco che è la prima visita, che deve ancora fare tutti i documenti alla mutua per l'esenzione dal ticket per patologia, gli spiega come funzionano gli appuntamenti, dove ritirare i farmaci. Inizio a pensare, è un peccato, è tanto giovane. Penso sia gay, è vestito con eccessivo buon gusto. Ma magari è etero, anche se gli etero non fanno il test, credono ancora al morbo gay e scoprono di essere infetti solo quando è tardi, dunque qui a far la fila per le medicine ce ne sono pochi. Comunque immagino lui sia gay, avrà scopato una sola terribile volta? O avrà fatto il pazzo appena scoperte le saune e le darkroom e non ha pensato a proteggersi? Cerco di immaginarlo in un bar gay, il giovane ragazzo, immagino quanti occhi cercheranno di spogliarlo. Mi vengono alla mente le dark, e immagino persone che lo toccano, che gli sfilano i vestiti, che fanno sesso. Con uno così carino magari non avranno in mente il sesso sicuro, il preservativo sarà l'ultima cosa a cui penseranno. Ma quanti altri dovranno infettarsi per questa malattia che non si vede? Non si vede? Cosa dico? Si vede benissimo, dopo un po', si vede davvero bene. Riguardo gli altri che sono seduti intorno a me, penso alla mia immagine che ho vista riflessa questa mattina nello specchio del bagno, dopo il mare di pillole che ho ingurgitato, altroché se si vede! Cosa è venuto a fare questo ragazzo fra di noi? Ma non poteva fare più attenzione?
Quanto pillole ci vorranno prima che anche su di lui si vedranno i segni della malattia?