Elogio della dark
di Pigi Mazzoli
Pubblicato in "Pride", dicembre 2000

L'odore della metropolitana o il profumo dello stabilimento Motta che c'era vicino a casa mia fanno parte della mia idea di Milano. Ed anche le darkroom o il ricordo dei vespasiani che non ci sono più.

Da bambino sulle spiagge dell'Adriatico non costruivo castelli di sabbia, ma tanti parallelepipedi tutti uguali allineati lungo la battigia. A chi chiedeva spiegazioni chiarivo che si trattava di case per i poveri e che da grande avrei fatto l'ingegnere. Adolescente conobbi quei quartieri anche dall'interno e inorridii per le condizioni di vita a cui obbligavano. Diventai simpatizzante del principe Carlo d'Inghilterra il quale si scagliava contro la brutta architettura moderna e intanto costruiva il suo paese medioevale, falso, nelle campagne inglesi. Mi iscrissi ad architettura spinto dal sacro fuoco creativo, col desiderio di distruggere il brutto e sostituirlo con il bello. Fortunatamente ho incontrato docenti che mi han fatto riflettere. Dicevano: "Chi è nato in una brutta periferia dovrebbe anche subire la violenza di vedersela distrutta? Non avrebbe più neppure i suoi luoghi della memoria. Non è meglio se la miglioriamo senza cambiarne l'identità?". Imparai che imponendo le proprie scelte e i propri modelli non si rispettano gli altri.
A diciotto anni, quando entrai nel mondo omosessuale, mi stupirono tutte le possibilità di incontro possibili. Curioso volli conoscerle e provarle tutte, con le loro dinamiche di rimorchio, gli stereotipi di coppia, volli conoscere a che punto potevo arrivare seguendo il mio desiderio (venni anche a conoscenza della teoria secondo cui l'astinenza eleva lo spirito ed aumenta la felicità, ma quella non volli mai provarla).
Ad ogni esperienza fatta ero pronto a giudicare. I cessi, che schifo! Quell'odore d'urina che accompagnava la visione di cazzi esposti e di rapide masturbazioni. Gente che esauriva in rapidi sguardi ed eiaculazioni silenziose la propria sessualità. Poi venivano quelli che inseguivano l'eterosessuale, lo pagavano, si facevano maltrattare, derubare e alla fine rimanevano soli ma estasiati dall'incontro col maschio per antonomasia. Poi quelli che si sposano e aspettano Agosto per mandare la moglie in vacanza e loro invece a rimorchiare in città. Dall'altra parte i dichiarati, alla ricerca di un modo di vivere gay, dubbiosi se fosse tutto da inventare o solo da copiare da mamma e papà. Ugualmente ci si ritrovava tutti insieme dietro gli stessi cespugli, a correre lo stesso rischio di essere malmenati o rapinati o sbattuti su di un giornale: i primi ebbri di quegli incontri silenziosi e casuali, gli altri scontenti di dover passare per quelle cose per trovare un fidanzato. I primi, gli amanti della promiscuità, del pericolo, dei rapporti violenti e sbrigativi accusavano i gay visibili di aver rovinato i loro giochi, di aver dissolto il mistero che permetteva i loro incontri. Io cecavo il fidanzato, avrei voluto far loro capire quanto di bello si perdevano della vita, di crescere e morire accanto alla persona che si ama. Loro volevano farmi capire quanto fosse bello il sesso senza inibizioni. O di avere un figlio da allevare. Insanabili incomprensione. Ma finché la società non ci avesse dato le stesse condizioni di visibilità ed azione concesse agli eterosessuali i cessi e i cespugli restavano le uniche vie di socializzazione possibili e quindi erano indispensabili a tutti noi. Un giorno, un bel giorno, arrivarono anche qui le saune e i locali con dark (contrazione di dark room: stanza buia), all'inizio col rischio di una denuncia per atti osceni in luogo pubblico, poi col sotterfugio di creare circoli privati ci si poté dimenticare anche del rischio dell'arresto. Io che non avevo un luogo mio dove andare a scopare mi infilavo nella dark ma cento mani si allungavano per toccare. Non vedevano che ero entrato lì con la mia conquista? Che ci lasciassero in pace! Ero costretto alla dark come una volta ai cespugli. Un ripiego rispetto al mio mondo ideale.
Capitò, in una sala d'aspetto, che iniziassi a parlare con una signora anziana, simpatica e ciarliera. Di divertimenti dei suoi tempi, poi di cibi e dei sapori scomparsi, poi si iniziò ad accennare al sesso come complemento che fa bella la vita. E concluse: "Le donne la tengono stretta fra le gambe come se fosse un tesoro, quando si accorgono che non vale niente corrono a darla via ma ormai è tardi e non la vuole più nessuno. Che male c'é a far l'amore? Ah, se lo capissimo prima!". Io la tenevo stretta, non andavo a letto con uno che fosse meno bello di me, ero serio e non una puttana che si degrada per un cazzo, non separavo sesso e sentimento. A quel punto iniziai a rendermi conto di essere moralista con gli altri omosessuali quanto lo erano con me gli eterosessuali che criticavano la mia vita. Capire per poter crescere. Quante volte ho sentito, e al tempo condividevo, certi discorsi secondo cui le dark sarebbero da chiudere perché ci abbruttiscono, che dovremmo trovare un modo di vivere più pulito e più elevato come meriteremmo. Ora questi discorsi mi appaiono puritani e violenti come quelli di certi cattolici: loro vorrebbero che fossimo casti e colpevolizzati dal sesso, ma soprattutto di una casta inferiore a quella della famiglia procreatrice, e loro pensano sinceramente di agire per il nostro bene!
Col tempo si invecchia, ma si riflette di più, si iniziano a capire veramente gli altri. Diventano persone e si riescono non solo a conoscere, ma anche a comprendere, e talvolta si riesce anche a partecipare ai loro desideri, alle loro speranze. "Ma chi ha detto che vivere in coppia, avere un compagno sia la cosa più giusta per tutti? E poi, chi ha detto che dobbiamo proprio imitare mamma e papà? E siamo proprio sicuri che mamma e papà siano quel modello di virtù che abbiamo idealizzato nella nostra mente? Ma sono sempre le mamme degli altri a dover essere un po' puttane? E tutti quei mariti che abbiamo violato nei parchi non saranno il papà di qualcun altro? Ti ricordi che emozioni intense e struggenti hai vissuto talvolta all'ombra di un cespuglio, di notte, nella nebbia di un parco?". Domande scomode che ci costringono però a riflettere. Mi sono ricordato degli sconvolgenti incontri fatti nelle saune parigine, delle ammucchiate bibliche dietro la tenda nera del One Way, dei corpi amati alla luce rossa della cantina dello Stivale. Ma avevo rimosso tutto perché avrei voluto fare tutto alla luce del sole e invece mi vergognavo di essere obbligato al buio e alla scomodità di quegli incontri. Io allora ero orgoglioso, per uno stupido senso di superiorità, di non essere mai andato né alla cieca nelle dark né alla fossa dei serpenti ad aprire patte senza vedere in faccia chi portasse quei calzoni. C'è voluto tanto tempo ma alla fine capivo che non ero la pietra di paragone, che ognuno è libero di vivere pienamente la sua propria sessualità, che non sono certo io quello che ha scoperto il modo migliore d'amare. Che ogni diversità, fosse anche solo una sfumatura, può portare con sé una ricchezza di contenuti, di emozioni che non tutti gli altri possono comprendere. Che non c'è una sola strada per essere omosessuali felici. Io continuo a desiderare di vivere col mio uomo e il mio letto è sempre il posto più comodo per me per fare sesso, ma non commisero più chi va a caccia notturna al parco nord o sale e scende la scala a chiocciola della dark del Company, anzi: ho un sincero desiderio di scoprire anch'io quelle sfumature del desiderio che il senso di colpa per una sessualità diversa da quella sperata dai miei genitori mi aveva negato. E anche simpatia per chi non può investire più di 7000 lire per trovare un luogo sicuro dove sfogarsi: non tutti si possono permettere viaggi a San Francisco. O per chi si crede brutto o troppo vecchio e nel buio acquista il coraggio di offrirsi all'altro. Dinamiche complicate, ingarbugliate nella vita di tutti. Ma anche ricordo le paure che erano lo scotto da pagare al mio bisogno di orgasmo, ma che forse lo rendevano più intenso. Ognuno ha la sua miscela di elementi che insieme sono la sua sessualità.
Ho iniziato parlando del bisogno di non privare le persone dei luoghi della memoria: quanta tristezza ha dato a molti l'eradicazione di tutti i vespasiani della città, l'apparizione di schermi fra gli orinatoi della stazione, i parchi illuminati come stazioni ferroviarie? Li avessero sostituiti con servizi igienici funzionali e puliti avremmo accettato in nome del progresso, invece è stato fatto solo per contrastare gli incontri omosessuali. Senza nessun rispetto per chi attorno a quelle edicole di lamiera verde e corrosa aveva costruito il suo immaginario erotico. Ha fatto bene il Q a mettere nei suo servizi quegli orinatoi a vasca come se ne vedevano una volta. O il Canyon a riprodurre il muro della fossa ma in un luogo senza rapinatori o polizia. Han restituito un pezzo di città cancellato dalla sessuofobia. La quale non ha rispetto, per definizione, del desiderio che hanno gli uomini.

Spero che le dark continuino ad esistere anche il giorno che potremo fare sesso dove si vuole. Perché fanno parte della città, e quindi di noi, come la MM e il panettone. Ma io ci vorrei un po' di luce, anche per srotolare il preservativo dalla parte giusta.